Useremo la manifestazione di oggi a Reggio Calabria – ha detto Maurizio Landini, segretario della Cgil – per dire che siamo contro l’idea di un’autonomia differenziata. Il paese è fin troppo diviso, noi lo vogliamo unire». Con «Futuro al lavoro, ripartire dal Sud per unire il paese», Cgil, Cisl e Uil continuano la mobilitazione unitaria iniziata nell’ottobre scorso, proseguita con la manifestazione di febbraio a Roma, e poi dai cortei e scioperi di categorie come i pensionati, i lavoratori pubblici e i metalmeccanici.

È UN PERCORSO di avvicinamento allo sciopero generale, non escluso di recente dallo stesso Landini, che potrebbe essere organizzato in autunno, mentre il governo Lega-Cinque Stelle si contorcerà alla ricerca di una legge di bilancio compatibile con i diktat dell’Europa a cui si allineeranno.

LA MANIFESTAZIONE arriva al termine di una settimana politica cruciale, mentre la Lega ha rilanciato sia il progetto di «Flat tax» che quello dell’autonomia differenziata che finirà per penalizzare fortemente le regioni meridionali a beneficio di quelle del Nord guidate dai governatori leghisti. I Cinque Stelle si sono allineati e coperti al comando salviniano e stanno affannosamente cercando mediazioni per presentare al loro elettorato, ormai in maggioranza al Sud, un provvedimento che li vede politicamente subordinati. La prova di questo disagio è arrivata ieri dal vicepremier pentastellato Luigi Di Maio che si è detto d’accordo con Landini (e non solo) «di lanciare l’idea di un grande piano per il Sud». Di Maio sostiene che l’«autonomia» è nel contratto con la Lega e, per questo, si deve fare. E la si farà «perché ci sono stati due referendum, ma deve andare di pari passo per un grande piano di rilancio per il Sud. Altrimenti il Nord correrà sempre al triplo della velocità del Sud che non riuscirà a riprendersi». Come questo possa accadere, al momento, non è chiaro. Lo è molto di più la necessità di Di Maio di dare corda ai leghisti per evitare che il governo cada.

CGIL, CISL E UIL, su questo punto, sono invece molto chiari: rifiutano l’autonomia differenziata perché «non colma il gap tra le diverse aree del paese e penalizza le regioni economicamente più deboli come quelle meridionali».

IL CORTEO PARTIRÀ da piazza De Nava a Reggio Calabria alle 9.30, percorrerà corso Garibaldi e raggiungerà piazza Duomo dove, a partire dalle 11, parleranno i segretari generali Landini, Furlan e Barbagallo. Oltre agli investimenti, tra le rivendicazioni ci sono anche lo sblocco delle assunzioni e gli investimenti nella sanità in Calabria, la lotta contro la ‘ndrangheta e alla povertà. A Reggio arriveranno almeno 250 pullman e si stimano almeno 20 mila partecipanti al corteo a cui hanno aderito numerose associazioni. Sfileranno il governatore Mario Oliverio e la giunta regionale, molte amministrazioni locali, il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà e molti altri della Calabria e di altre città del mezzogiorno. In corteo anche una delegazione del Pd guidata dal segretario Nicola Zingaretti.