Nei giorni scorsi, in occasione del centenario della nascita di Nelson Mandela (1918-2013), Simphiwe Dana, oggi forse la più celebre musicista sudafricana, ha tenuto due concerti il 13 al Mittelfest di Cividale del Friuli e il 15 al Teatro Romano di Fiesole – a ricordare il padre dell’indipendenza e della lotta contro razzismo, apartheid, segregazione di un intero continente.

Esponente della cultura Xhosa ed erede spirituale della grandissima Miriam Makeba, Simphiwe propone una vocalità al contempo arcana e moderna, in cui confluiscono, anche a livello di composizioni e arrangiamenti, le tradizioni folk locali rielaborate via via attraverso i nuovi stili neroamericani, in un contesto performativo che dal vivo si presenta come ritualizzante e spettacolare.

Nata nel 1980 Gcuwa (Transkei) nella regione sudorientale della repubblica sudafricana, la Dana compie studi regolari, arrivando a laurearsi in design al Wits Technikon, Johannesburg, città in cui a ventidue anni inizia a mettersi in luce cantando in piccoli club: da lì al successo il passo è breve, se si considera che già nel 2005 vince il SAMA (South African Music Award), che è il maggior riconoscimento dell’intero continente, per una nazione che, in fatto di musica africana sta all’Inghilterra e agli Stati Uniti come quest’ultime stanno al pop e al rock internazionali.

Il meritato paragone con la Makeba e con Dorothy Masuka (altrettanto brava, ma meno nota all’estero) deriva dalla genuinità sensibilità ‘all black’ della giovane protagonista, in grado di fondere passato e presente, di rifarsi tanto allo spiritual autoctono quanto al blues d’Oltreoceano, sino a conquistare in tal modo il pubblico femminile anziano, come pure audiences giovanissime.

Con Simphiwe insomma rivive il mito dei grandi solisti e gruppi che, spesso in esilio, dagli anni Sessanta a oggi, rinnovano la musica sudafricana, dal funky trombettistico di Hugh Masekela all’etno-jazz di Dollar Brand (poi Abdulah Ibrahim) al pianoforte, dalla cantante swing Satima Bea Benjamin (in un disco accompagnata persino da Duke Ellington) sino ai free men Dudu Pukwana, Louis Moholo, Chris McGregor, Johny Dyani, Harry Miller (che a Londra danno vita a un world jazz originalissimo), non senza dimenticare i cori gospel da Ladysmith Black Mambazo a The Mahotella Queens. L’unica grossa differenza tra questi nomi e quello della nuova artista è che lei muove i primi passi artistici con Nelson Mandela già presidente.

“Il mio nome è Simphiwe, il mio cognome è Dana. Vengo dal Sudafrica, vivo a Johannesburg. Sono una cantante e una cantautrice”: così si presenta l’artista felice di tornare ad esibirsi in Europa. La musica per lei è da sempre una componente esistenziale irrinunciabile, appresa sin da piccola quando sua madre le canta melodie popolari al mattino e alla sera prima delle preghiere. “La musica – afferma – è una chiamata per me. Sapevo che volevo cantare ancora prima di scoprire la mia voce”. Da ragazzina, in un Sudafrica ormai libero incontra quindi donne musiciste come Busi Mhlongo, Nina Simone e ovviamente la Makeba oppure gli esponenti dell’afrobeat Fela Kuti e Salif Keita o ancora la bossa nova di Sergio Mendes.

Per lei è ancora vivo il ricordo dell’album d’esordio Zandisile (2004) con il quale vince molti premi e da cui non si discosterà nei dischi successivi (fino all’ultimo, Symphony Experience, 2017), tutti intrisi, come sottolinea, di afro-soul e di jazz, con uno spirito jazzy e afrofuturista che adotta anche nello scrivere le proprie canzoni empaticamente ispirate da passione e compassione. Nelle liriche spesso Simphiwe affronta temi scottanti, ben consapevole che esistono anche rapporti diretti tra arte e impegno, soprattutto “Quando la musica è centrata sulla gente, non si può evitare la politica resti in un angolo”.

E qui il discorso cade naturalmente su Nelson Mandela, di cui la Dana ha il ricordo del visionario e dell’altruista, mentre oggi resta attualissimo il suo messaggio di “pace, unità, amore”.

Dopo l’Europa, la cantante tornerà in Sudafrica a organizzare un festival e a completare il nuovo album.