Silvio Berlusconi è passato in meno di 48 ore da soggetto asintomatico a paziente a rischio per età e patologie pregresse. Ieri a metà pomeriggio, dopo che di prima mattina era stato lo staff dell’ex presidente del Consiglio a diffondere la notizia del ricovero all’ospedale San Raffaele di Milano, è toccato al medico personale di Berlusconi e primario al San Raffale, Alberto Zangrillo, dover spiegare un po’ piccato ai giornalisti quali fossero le condizioni di salute di Berlusconi. «Cercherò di essere il più chiaro possibile per togliere ogni dubbio in narrazioni che ci hanno abituato a disinformazione e a dire qualcosa che è poco attinente alla realtà», ha esordito il medico. Il quadro clinico del suo paziente più famoso è peggiorato tra mercoledì e giovedì sera, sconfessando nei fatti l’asintomaticità dichiarata da Zangrillo, tanto da costringere al ricovero in ospedale.

NELLA FAMIGLIA BERLUSCONI e dentro Forza Italia ci sarebbe irritazione per come il medico avrebbe trattato il caso, minimizzando rischi e sintomi. Berlusconi aveva avuto la febbre e il 2 settembre è risultato positivo al Covid: «perché non è stato ricoverato subito?», si chiede più di un esponente forzitaliano. «La storia inizia il 2 settembre – è la versione di Zangrillo – il tampone a cui è stato sottoposto Berlusconi era programmato. Abbiamo rilevato una positività in un soggetto che ho definito asintomatico. Nel volgere di qualche ora, in una situazione di assoluta tranquillità, ho ritenuto di fare una visita e nell’ambito di questa visita ho rilevato un blando coinvolgimento polmonare».

SECONDO LA RICOSTRUZIONE del medico, Berlusconi giovedì sera non avrebbe voluto farsi ricoverare, «non è stato facile convincerlo, ho dovuto insistere, ma è una persona intelligente e ha capito». Così Berlusconi è stato ricoverato a mezzanotte al San Raffaele. A chi gli chiedeva se la complicazione polmonare fosse stata identificata tempestivamente, Zangrillo ha risposto seccamente: «quando parlo di blando coinvolgimento polmonare parlo di una forma di infezione polmonare identificata nei tempi giusti».

CHE SIA UNA POLMONITE bilaterale precoce significa che è in una fase iniziale, per questo il quadro clinico potrebbe cambiare nelle prossime ore. Berlusconi respira autonomamente, non è in terapia intensiva e «non ha mai dovuto ricorrere all’ossigenoterapia», ha spiegato ancora il medico. «L’umore di Berlusconi non è dei migliori, e anche il mio», ha detto Zangrillo. Berlusconi resterà in isolamento sotto osservazione al sesto piano del reparto Diamante del San Raffaele per alcuni giorni. Il quadro clinico pregresso e l’età del paziente «impongono assoluta cautela».

BERLUSCONI COMPIRÀ 84 ANNI a fine mese. Il capo di Forza Italia non si può certo inserire nell’elenco dei leader politici minimizzatori o negazionisti del Covid, anzi. Berlusconi aveva trascorso il lockdown nella sua villa a Nizza, in Francia, e il via libera a passare le vacanze in Sardegna, così come le modalità d’incontro degli ospiti, devono essere state concordate anche con il suo medico personale. Per questo ci sarebbe irritazione nei confronti di Zangrillo tra le persone vicine al Cavaliere.

L’ULTIMA DOMANDA durante la presentazione del bollettino medico è stata proprio sull’approccio di Zangrillo al Coronavirus, sulla frase pronunciata dal medico in Tv il 31 maggio: il virus è clinicamente morto. Zangrillo è in parte tornato sui suoi passi ammettendo di aver usato parole forti e stonate, ma – ha ripetuto ieri- non scorrette. «Non nego che quando in una trasmissione Tv dissi, sollecitato provocatoriamente, che il virus è clinicamente morto ho usato un tono forte, probabilmente stonato, ma fotografava quello che osservavamo e continuiamo a osservare. Negli ospedali dove abbiamo curato in terapia intensiva centinaia di pazienti, fortunatamente se non ricoveriamo più un paziente con esiti primari questo ha un significato».

LE PAROLE PRONUNCIATE da Zangrillo in Tv ebbero l’effetto di dare una sorta di copertura scientifica a chi voleva minimizzare l’impatto del Coronavirus. Pronunciate davanti a milioni di italiani da un medico noto e stimato come Zangrillo fecero pensare, a molte persone, che l’allarme fosse ormai alle spalle. «Io non ho mai negato che il virus esista, serve rispetto delle regole, ma anche distanza dall’isteria collettiva», le ultime parole non proprio concilianti del medico ai giornalisti. Di quale isteria collettiva parli non è dato sapere.