La siderurgia italiana è già nel burrone ma si continua ad andare avanti in ordine sparso. L’allarme rosso lanciato nei giorni scorsi dall’assemblea nazionale delle Rsu del settore non ha avuto alcun effetto pratico, almeno a giudicare dalla mancata convocazione di Fiom, Fim e Uilm all’incontro di ieri chiesto dagli enti locali umbri al governo per affrontare il caso dell’Ast di Terni. “Il governo inaugura la prima vertenza sindacale senza il sindacato”, ha chiosato la Fim. Mentre i metalmeccanici della Cgil hanno avvertito: “Non accetteremo di essere chiamati in causa solo quando sarà richiesto a tutte le organizzazioni sindacali di gestire fasi delicate che richiederanno ulteriori sacrifici”.

Per la cronaca, al summit a Palazzo Chigi sullo stabilimento Acciai Speciali Terni, convocato dal braccio destro del premier Renzi, Graziano Delrio, hanno partecipatole istituzioni locali umbre, l’amministratore delegato di Thyssen Krupp, Heinrich Hiesinger, e il ministro per lo sviluppo economico Federica Guidi. Al termine dell’incontro la Thyssen Krupp ha assicurato di credere nel rilancio di Ast, ha confermato di voler presentare un piano industriale al massimo entro agosto, e ha promesso di confrontarsi in questi tre mesi anche con i sindacati e con la Rsu dello stabilimento. Parole cui dovranno seguire i fatti, visto che all’assemblea delle Rsu siderurgiche Maurizio Landini aveva ricordato che i sindacati e le istituzioni avevano appreso del rientro di Ast nel gruppo Thyssen “solo attraverso la stampa, e a cose fatte”.

Nel quadro italiano della siderurgia, le acciaierie ternane sono paradossalmente una delle realtà meno preoccupanti, almeno rispetto a quanto sta accadendo a Piombino e a Taranto. Nella città toscana il gruppo indiano Jindal, in pole position per l’acquisto della Lucchini, sta continuando a visitare i reparti dello stabilimento ma non ha ancora anticipato alcunché su un ipotetico progetto industriale. Il commissario governativo Piero Nardi, recentemente condannato in primo grado a 8 anni e 6 mesi di reclusione nelle pieghe di uno dei tanti processi sull’Ilva di Taranto, ha annunciato che l’offerta vincolante per l’acquisto dell’intero gruppo Lucchini potrebbe slittare al 18 giugno prossimo. Immediata la reazione di Fiom, Fim e Uilm: “Vogliamo la ripresa della produzione dell’altoforno, che è in grado di ripartire in ogni momento e lavorare altri anni, al di là di cosa scrive Federacciai”.

I metalmeccanici piombinesi sono sempre più allarmati, e hanno deciso di mobilitarsi in ogni direzione: “La situazione è estremamente critica, e non sono corrette le dichiarazioni fatte in alcune trasmissioni dove è stato detto che il caso Piombino è stato risolto con i finanziamenti dell’accordo di programma”. Un accordo che in teoria punterebbe, in questi anni di riconversione delle Acciaierie, sulla possibilità di far nascere un polo di rottamazione delle navi. Ma intanto la Concordia dovrebbe andare a Genova, così come ha richiesto Costa Crociere, e di fronte a questa prospettiva domani ci sarà l’ennesima manifestazione cittadina, con arrivo proprio al porto dove stanno andando avanti i lavori di adeguamento. “La rinascita del comparto siderurgico potrebbe partire anche dall’arrivo del relitto – avvertono Fiom & c. – se poi la Concordia non arriverà, a Piombino sarà il caos”.