Commenti

Sicurezza, ripartiamo dalla contrattazione

Morti sul Lavoro Tanti gli accordi fatti nel settore edili

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 18 maggio 2018

presa tornano a crescere i morti sul lavoro. Le cause sono le stesse di 40 anni fa: caduta dall’alto, ribaltamento mezzi, schiacciamento, soffocamento da fumi e vapori. E tornano a crescere in particolare nell’edilizia, settore dove la “ripresina” è caratterizzata da una serie di distorsioni che lo rendono più che un luogo di lavoro un campo minato. Se andiamo ad analizzare i dati, la “ripresina” in edilizia più che dall’aumento degli occupati è caratterizzata da un forte aumento delle ore lavorate procapite, insomma si lavora più ore, e chi lavora è sempre più anziano, che vuol dire aggiungere al rischio fatica un ulteriore rischio, l’età. Se a questo aggiungiamo la presenza consistente di lavoro irregolare e false partite Iva, gli oltre 150 mila operai edili a cui si applicano Ccnl di altri comparti, privi di quegli strumenti della bilateralità edile, come l’obbligo della formazione individuale, e le altre strutturali distorsioni del settore – tra cui la riduzione degli investimenti nel lavoro e nella sicurezza a fronte di un sempre minore rischio di subire ispezioni e sanzioni – ecco evidenziarsi il contesto di un modello di impresa che traduce queste tendenze “banalmente” nell’aumento dei carichi di lavoro, tempi e metodi che “stressano” i lavoratori, assenza di contrattazione.
Ed allora, oltre alle azioni di denuncia, al lavoro infaticabile di Rls e Rsu e dei nostri quadri che presidiano il territorio notte e giorno per tutelare diritti e salute dei lavoratori, cos’altro può e deve fare il sindacato per tutelare la salute dei lavoratori?
Lo abbiamo ricordato anche il 1 maggio: occorre rimettere al centro un’azione di sistema per rendere esigibile il Testo Unico sulla Sicurezza, agire le diverse leve previste dal nuovo Codice degli Appalti Pubblici, a cominciare da quelle premiali, che già stanno caratterizzando importanti accordi sottoscritti con Anas, Mit, Comuni e Regioni varie, grandi stazioni appaltanti. Ed ancora, occorre qualificare le politiche di prevenzione in un rapporto virtuoso tra Inail, Ispettorati, Asl e Rls e Rlst, magari valorizzando il potenziale del sistema bilaterale edile.
E questo rimanda all’azione sindacale: alla capacità di agire sull’organizzazione del lavoro, su come si produce e su come si organizza il luogo di lavoro, cantiere o fabbrica che sia, tenendo conto delle specificità delle lavorazioni, dell’ambiente esterno, delle professionalità presenti.
Abbiamo “coordinate” importanti: la piattaforma unitaria degli Rls Ccgil-Cisl-Uil, l’accordo del 9 marzo con Confindustria, la stessa discussione in CGIL sulla corretta definizione dei perimetri contrattuali contro eccessive “dilatazioni” a scapito di qualità e sicurezza, della correlazione tra lavoro realmente svolto e tutele collettive. L’obiettivo deve essere quello di riappropriarci di una strumentazione che riparta prima di tutto dall’organizzazione del lavoro e dalla frammentazione di impresa, e quindi dal rapporto tra carichi di lavoro, mansioni, sistema di prevenzione, formazione e informazione più specifico per agire in quella “determinata” organizzazione.
Organizzazione che inizia dal sopralluogo del cantiere, dalla corretta organizzazione di impalcature e disposizione dei mezzi di sollevamento e movimento, fino alla pianificazione del cantiere di qualità attraverso il responsabile di cantiere per la sicurezza e il suo rapporto con i Cpt e gli Rlst.
Gli edili Cgil-Cisl-Uil hanno messo in campo la proposta “stesso lavoro stesso contratto” che va nella direzione di ricomporre nel cantiere tutele, prevenzione, formazione, organizzazione di uomini e mezzi, dando attuazione puntuale allo stesso articolo 30 del C.Appalti, non a caso oggi sotto tiro da parte di chi vuole meno regole, meno controlli e meno qualità. Ed ancora, la proposta della “patente a punti” e della qualificazione attraverso gli enti bilaterali del ciclo degli appalti privati dove, in assenza di limiti al subappalto e al distacco i manodopera, si verifica il 90% degli infortuni.

* segretario confederale Cgil

** segretario generale Fillea Cgil

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento