Un gruppo di più di 100 esperti di sicurezza nazionale repubblicani, tra cui l’ex segretario per la Sicurezza nazionale Tom Ridge ha esortato i colleghi del Gop al Congresso, a chiedere al presidente di concedere le elezioni e a iniziare immediatamente il processo di transizione all’amministrazione Biden.

«Il rifiuto del presidente Trump di consentire la transizione presidenziale pone rischi significativi per la nostra sicurezza nazionale – si legge nella dichiarazione – proprio in un momento in cui gli Stati uniti devono affrontare una pandemia globale e fronteggiare gravi minacce da avversari globali, gruppi terroristici e altre forze ostili».

TRA I FIRMATARI oltre a Ridge, ci sono l’ex direttore della Cia Michael Hayden e John Negroponte, che prestò servizio come direttore dell’intelligence nazionale: tutte personalità organiche al partito.

Interrogato sulla dichiarazione di questi ex funzionari, l’ufficio del leader della maggioranza Gop al Senato Mitch McConnell, si è rifiutato di commentare; «In tutte le elezioni presidenziali seguiamo questo processo. Quello che diciamo al riguardo è francamente irrilevante – ha detto McConnell ai giornalisti – Tutto accadrà a tempo debito e giureremo per la prossima amministrazione il 20 gennaio».

E su questo non ci sono dubbi, visto che il mandato del 2016 scade il 20 gennaio 2021 alle 12, e ciò non dipende dall’esito delle elezioni.
Nonostante la riluttanza di McConnell sono sempre più i repubblicani eletti a condannare pubblicamente le accuse di frode elettorale di Trump, come il deputato Fred Upton del Michigan e il governatore del Maryland Larry Hogan. Persino l’ex governatore del New Jersey Chris Christie, molto vicino e amico di Trump, parlando a ABC News ha definito l’avvocato del tycoon Rudy Giuliani, e le sue coorti, un «imbarazzo nazionale».

TUTTO CIÒ SEMBRA non scalfire minimamente l’ostinazione di The Donald nel volere proseguire con i tentativi di procrastinazione dei risultati elettorali, e mentre Joe Biden è sul punto di annunciare chi sarà il suo Segretario di Stato (Antony Blinken, consigliere di politica estera di Obama e Clinton) e l’ambasciatore Usa alle Nazioni unite (Linda Thomas-Greenfield, afroamericana, con una lunga carriera in servizio all’estero), la campagna di Trump ha richiesto un ennesimo riconteggio in Georgia. Anche se è improbabile che contare nuovamente i voti possa portare ad un colpo di scena che annulli la vittoria di Biden in quello Stato.

QUESTA STRATEGIA DI TRUMP contribuisce ad aggravare l’impasse in atto su temi già critici come quelli riguardanti i sostegni economici. Due programmi cruciali di assistenza alla disoccupazione in caso di pandemia stanno per scadere, e potrebbero lasciare 12 milioni di americani senza risorse, già subito dopo Natale.

Circa 7,3 milioni di appaltatori indipendenti, gig worker, liberi professionisti e lavoratori autonomi perderanno i sussidi forniti dal programma «Pandemic Unemployment Assistance». Oltre a ciò, anche il programma «Pandemic Emergency Unemployment Compensation», che fornisce 13 settimane in più di pagamenti dopo l’esaurimento dei sussidi statali tradizionali, è destinato a scadere. Circa 4,6 milioni di lavoratori vedranno questi pagamenti extra scomparire nel nulla a meno che il Congresso non riesca ad elaborare misure di estensione o un altro pacchetto di stimoli.