Nuova doppia vittoria della Fiom alla Sicor di Rovereto. L’azienda di motori per ascensori che era uscita dal contratto nazionale per scelta unilaterale è stata sconfitta per la seconda volta in tribunale. Dopo la sentenza di natale che aveva sancito la condotta antisindacale, venerdì è arrivato un verdetto ancora più favorevole al sindacato sul ricorso presentato dall’azienda. Un altro giudice del tribunale di Rovereto ha allargato la condotta antisindacale dell’azienda anche rispetto al contrasto denigratorio al lungo sciopero proclamato dalla Fiom e ha disposto, senza neppure che fosse stato richiesto dagli avvocati di parte sindacale, un risarcimento in favore della Fiom.
In questo modo la lunga lotta dei 148 lavoratori trentini – appoggiati dalla solidarietà di tutta la valle – è stata ricompensata: alla Sicor torna il contratto nazionale con le maggiorazioni previste dal contratto aziendale: taglio di 14esima e premio di risultato pari a circa 3 mila euro annui nonostante risultati positivi.
«Questa è una vittoria dei lavoratori e delle lavoratrici di Sicor che da mesi portano avanti una battaglia che va ben oltre i cancelli dello stabilimento roveretano – commenta Manuela Terragnolo, segretaria generale Fiom del Trentino – ma siamo comunque consapevoli che la partita non si chiuderà qui».
Nella stessa giornata erano in programma le elezioni dei rappresentanti dei lavoratori in azienda. E anche qui la Fiom ha allargato il consenso figlio della lunga lotta: ben 99 voti su 128 votanti. L’esito delle elezioni per gli Rsu però apre ad uno scenario negativo. Ai due eletti Fiom si affianca un Rsu della Cisal che spodesta la Fim. La Cisal – guidata dall’ex segretario generale della Ugl Giovanni Centrella, condannato in primo grado a un anno e 8 mesi a settembre 2019 per malversazioni – è il sindacato che ha firmato un contratto nazionale pirata proprio con l’amministratore delegato dalla Sicor Massimo Santambrogio. La presenza della Cisal nella Rsu potrebbe facilatare il compito a Santambrogio: lasciare nuovamente il contratto nazionale.
«Urge una legge sulla Rappresentanza – attacca Aura Caraba che per la Fiom ha seguito tutta la vertenza Sicor – . Chi può firmare i contratti, a chi i lavoratori danno questa fiducia? Se questo non avverrà qualcuno si deve prendere la responsabilità della consapevolezza di avere lavoratori di classe A e lavoratori di classe B con contratti dumping e meno salario e diritti, pur facendo lo stesso lavoro»