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Sicilia, il Pd sbaracca

Sicilia, il Pd sbaracca

Democrack Soldi finiti, arrivano i licenziamenti. E il partito dovrà trovare una sede più piccola

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 29 aprile 2018

Il Pd chiude baracca in Sicilia. Il partito non ha più soldi per pagare l’affitto della sede che ospita la segreteria regionale, in via Bentivegna a Palermo, e soprattutto per erogare gli stipendi ai dipendenti. Così a metà giugno il personale sarà licenziato. In tutto 13 persone: 4 in servizio e 9 in cassa integrazione. Il tesoriere, l’ex deputato regionale Lillo Speziale, ha inviato una lettera al personale comunicando la decisione del licenziamento. La missiva certifica «l’impossibilità di un rientro dalla cassa integrazione alla scadenza della proroga autorizzata e, pertanto, il rapporto di lavoro cesserà dal 15 giugno, data di scadenza dell’intervento della Cigs».

Il tesoriere ha convocato per mercoledì prossimo una riunione con i dipendenti per la comunicazione ufficiale. Il licenziamento è la conclusione di una parabola che per i dem è cominciata con la fine del finanziamento pubblico ai partiti. Poi la crisi si è acuita per il calo di consensi e le recenti debacle elettorali nell’isola.
A far peggiorare i conti ci si sono messi anche gli eletti nell’isola. Gran parte dei deputati regionali dall’inizio della nuova legislatura non versa la quota al partito come prevede lo statuto. Pochi i virtuosi, tra questi il capogruppo Giuseppe Lupo, Giuseppe Arancio e Giovanni Cafeo. Dal nazionale, poi, non arrivano più fondi. Quindi la scelta drastica di sbaraccare. «Ormai neppure gli eletti considerano il partito come una comunità», commenta amaro il tesoriere. Per loro dovrebbe scattare da statuto la decadenza dal gruppo parlamentare, ma Speziale frena: «La scelta che abbiamo assunto è politica non statutaria». Quindi morosi rimarranno al proprio posto. Il partito sta cercando un sede più piccola. «Manterremo via Bentivegna fino a quando non troveremo un’alternativa», assicura Speziale. A.Mar.

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