Niente primarie in Sicilia, la farsa del centrodestra è finita. Berlusconi è riuscito a mandare all’aria il progetto, confermando la propria riluttanza ai gazebo. Il regolamento che stabiliva i criteri per la scelta del candidato a governatore alle regionali di fine anno è carta straccia. La data del 23 aprile? Cancellata.

Nessuno, in fondo, aveva mai creduto di potercela fare. Gianfranco Miccichè, commissario nell’isola, ha lasciato fare gli alleati pur sapendo che il grande capo non avrebbe mai acconsentito alle primarie. E ha recitato la commedia fino all’ultimo: allo scoccare dell’ora X per la presentazione delle candidature, Fi, spalleggiata da Cp, il partito dei cuffariani, ha gettato la maschera. Defilandosi. E aprendo una spaccatura con gli altri partiti e movimenti che avevano raccolto le firme a sostegno dei candidati ai gazebo. Pochi giorni fa Marco Falcone, capogruppo degli azzurri all’Assemblea siciliana, s’era dimesso dal comitato per le primarie, anticipando il liberi tutti. Ora non sarà semplice rimettere in sesto i cocci di una coalizione che era attaccata con lo scotch.

Le ragioni della scelta dimostrano la precarietà del fronte, lontano anni luce dallo storico cappotto del 61 a zero alle politiche del 2001. «Questa decisione risponde ad alcune considerazioni politiche, innanzitutto la necessità di attrezzare una larga coalizione alternativa a Crocetta», balbettano Miccichè e Saverio Romano. «In secondo luogo riteniamo necessario un confronto sui programmi» ed «emerge la preoccupazione che le primarie non facciano conseguire gli obiettivi prefissati». Allungano la mano agli alleati per «un confronto nelle prossime settimane» nel tentativo di «trovare un’intesa, consapevoli che i valori politici e la comune visione su ciò che serve alla Sicilia non potranno che condurci a un impegno condiviso».

Parole che irrigidiscono gli alleati. Il Movimento nazionale siciliano, Noi con Salvini e Diventerà bellissima avevano raccolto le firme a supporto dei rispettivi candidati alle primarie: Gaetano Armao, ex assessore di Raffaele Lombardo, Angelo Attaguile, coordinatore dei leghisti nella Sicilia orientale, e Nello Musumeci. «Consideriamo molto grave che alcuni partiti abbiano deciso all’ultimo momento di tirarsi fuori con motivazioni disarmanti», reagiscono. I tre hanno formalizzato la loro accettazione di candidatura davanti a un notaio. Difficile un ricompattamento con Fi e Cp. Soprattutto per Musumeci. L’ex Msi fu sconfitto 5 anni fa da Crocetta: doveva essere il candidato del centrodestra ma Miccichè si rifiutò di sostenerlo spaccando la coalizione. Un remake.