È stata la prima regione in Italia ad aver registrato nidificazioni di Caretta caretta già alla fine di maggio e ad oggi ne sono state censite ben 61 dai volontari del Wwf che se ne prendono cura.

Il primato nella messa in sicurezza dei nidi appartiene alla Sicilia orientale dove si trova l’80% di quelli censiti nell’isola e circa il 30% del totale censito in Italia. Tutta la costa siciliana è contrassegnata da nidi con il record straordinario dell’Isola delle Correnti dove ne sono stati individuati e messi in sicurezza ben nove! E nel siracusano, nel ragusano e nel messinese già si registrano le prime schiuse della stagione.

Questi straordinari risultati si devono anche all’ottimo lavoro di sensibilizzazione e informazione svolto dal Wwf negli ultimi anni in Sicilia: i volontari dell’associazione, sostenuti dal progetto europeo Life Euroturtles, svolto contemporaneamente in Italia, Croazia, Cipro, Grecia, Malta e Slovenia, hanno dato vita ad un vero e proprio network che coinvolge attivamente residenti, turisti, operatori balneari e Capitanerie di Porto. Le segnalazioni che arrivano alle capitanerie vengono girate ai referenti locali che intervengono con tempestività sul posto segnalando il nido e monitorandolo fino alla schiusa.

“Fortunatamente stiamo registrando una sempre maggiore sensibilità nelle amministrazioni comunali, ma anche tra gli operatori turistici”, sottolinea Ennio Bonfanti, coordinatore regionale della vigilanza ambientale del Wwf. “Negli ultimi anni tanti balneatori hanno capito che un nido è un punto di forza e non un impedimento per le loro attività, perché testimonia la valenza naturalistica del sito e soprattutto perché le tartarughe attraggono turisti e curiosi”.

Certo, questi aspetti positivi non possono far passare in secondo piano le tante minacce, tutte purtroppo di origine antropica.

La cementificazione e il degrado della costa, la pulizia meccanica delle spiagge e soprattutto l’impatto con i sistemi di pesca costituiscono i principali pericoli per la specie. Si stima che ogni anno circa 150.000 tartarughe marine finiscano catturate accidentalmente negli attrezzi da pesca nel Mar Mediterraneo e che di queste oltre 40.000 muoiano.

Altrettanto grave è l’inquinamento causato dalla plastica. I rifiuti plastici sulle spiagge possono compromettere le nidificazioni incidendo sulle condizioni di umidità e di temperatura, in mare sono spesso causa di soffocamento di quelle tartarughe che li scambiano per cibo.

Non a caso nella maggior parte delle tartarughe marine in difficoltà curate nei centri di recupero si rinvengono quantità più o meno rilevanti di plastica.
A causa dell’uomo nessuna delle 7 specie di tartarughe marine ancora presenti sulla Terra è esente dal pericolo di estinzione. E se ci fermassimo solo un attimo a riflettere, capiremmo quanto sarebbe grave (e stupido) causare la scomparsa di questi affascinanti rettili che abitano il Pianeta da oltre 100 milioni di anni e che hanno nuotato e viaggiato nei mari di tutto il mondo molto prima della comparsa dell’uomo sulla Tera…

*vicepresidente Wwf Italia