C’è una maggioranza rumorosa degli eletti in parlamento nel Movimento 5 Stelle che protesta contro il «Nuovo Medioevo» rappresentato dal Congresso mondiale delle famiglie in corso a Verona. E c’è una senatrice catanese, Tiziana Drago, che a Verona si presenta e che qualcuno teme potrebbe essere la punta di un iceberg, l’espressione di una fascinazione tradizionalista che scava nella pancia della nutrita ed eterogenea pattuglia di parlamentari grillini.
L’annunciato comunicato dei gruppi di camera e senato arriva in mattinata. Non potrebbe essere più chiaro: «Siamo lontani anni luce dalla visione degli organizzatori del Congresso mondiale delle famiglie». Il testo non manca di stigmatizzare ogni ricaduta dei temi trattati a Verona nelle aule parlamentari, esprimendo sgomento di fronte al «fil rouge che collega in modo preoccupante la discussione sui diritti civili ad alcune proposte di legge depositate in parlamento, su temi quali l’aborto, il divorzio e affidamento dei minori».

Lo stesso fa il sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega alle pari opportunità Vincenzo Spadafora, che ammette come con la Lega stiano venendo fuori «divergenze sull’idea di paese» ma garantisce: «I temi di cui si discute a Verona non faranno mai parte dell’agenda di governo», ripescando un tema che pare provenire dal M5S dei primi tempi, quelli dell’opposizione: «Nel momento in cui non siamo da soli e siamo con la Lega è chiaro che paghiamo pegno – afferma – Quando avremo la maggioranza da soli faremo le riforme che occorrono».

Anche il deputato Aldo Penna, che per primo aveva annunciato su Facebook la diffusione della lettera dei capogruppo, si dice sicuro: «Su questi temi siamo molto uniti non vedo nessun cedimento nei confronti della Lega». La formula è quella di rito: «Abbiamo stipulato un contratto sul modello della grosse koalition tedesca, e sta funzionando bene», ci tiene a precisare il deputato siciliano. Penna ascrive la fascinazione leghista per il Congresso di Verona alle strategia del mondo cattolico tradizionalista. «È normale che cerchino interlocutori presso la maggioranza di governo, in fondo lo hanno sempre fatto». Non crede che possano cercarli anche presso di voi? «Noi abbiamo dei principi diversi siamo vaccinati», dice Penna.

Tuttavia la presenza, abbastanza inattesa, della senatrice Tiziana Drago rovina il quadro di un M5S schierato tutto d’un pezzo contro il raduno scaligero. Tanto più che Drago dice di parlare «a titolo personale» ma assicura di non rappresentare una posizione isolata presso i grillini: «Il M5S non è una realtà politica legata solo alle dichiarazioni di questi giorni, ci sono anche senatori e deputati che hanno apertura verso la famiglia naturale», spiega. Le sue posizioni non sono inedite: in passato, correva l’anno 2014, aveva organizzato una «veglia» delle Sentinelli in piedi nella sua Catania. Mesi fa ha aderito all’intergruppo parlamentare «Famiglia e vita», che si ispira dichiaratamente ai principi del Family Day, denuncia la «deriva antropologica» dei diritti civili e raccoglie parlamentari da tutte le formazioni del centrodestra. Anche in quel caso aveva annunciato la sua adesione alludendo ad altri grillini schierati sulle sue posizioni: «Anche altri 5 Stelle hanno aderito a questo gruppo, solo che hanno preferito non esporsi. Ma la bellezza del M5S sta proprio nella libertà di ciascuno di scegliere secondo coscienza sui temi etici».