Senatore Sergio Lo Giudice dall’Europa arriva un’altra condanna per l’Italia. «Questa sentenza è il passaggio successivo dello stesso caso che nel 2010 aveva prodotto la sentenza 138 della Corte costituzionale in cui si chiedeva con forza al parlamento di fare una legge sulle unioni civili. Il parlamento ha lasciato passare questi anni nonostante la Consulta nel 2014 avesse fatto una seconda sentenza in cui chiedeva al parlamento di fare una legge con la massima sollecitudine, il parlamento ha lasciato passare anche questa seconda sentenza finché intanto quel caso è arrivato alla corte europea dei diritti umani che per altro ha imposto anche una sanzione economica. Quindi siamo di fronte non a un’inezia politica, bensì a un atteggiamento illegittimo del parlamento italiano che giustamente viene sanzionato e condannato a risarcire queste coppie per una sua omissione di un atto dovuto qual è una legge di riconoscimento di un diritto fondamentale.

L’Italia appare come un Pese in cui i diritti vengono costantemente violati.

Ho iniziato questa legislatura nel 2013 con l’urgenza di provvedere a una riforma del sistema penale e della condizione dei detenuti nelle carceri perché Strasburgo aveva detto che l’Italia commina a i suoi detenuti trattamenti inumani e degradanti. E noi affannosamente solo a seguito di una sanzione della Corte abbiamo messo mano al numero dei nostri detenuti riducendolo e migliorando la vivibilità nelle carceri. La legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita è stata smantellata dalle corti europee, oltre che dalla Corte costituzionale, sempre con la stessa motivazione, ovvero che si negavano diritti fondamentali alle persone. Abbiamo avuto la sentenza sul cognome della moglie, in cui anche in quel caso si negava un diritto fondamentale alla parità fra gli uomini e le donne. Non facciamo che negare i diritti e interveniamo solo dopo essere stati inseguiti dalle sentenze e dagli esattori della corte europea che ci chiedono pagamenti in denaro, oltre a intimarci di provvedere al riconoscimento di questi diritti. In questo caso la corte ha detto che noi stiano violando l’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti umani che ha un valore costituzionale per l’Italia e che impone non solo il riconoscimento della vita privata delle coppie dello stesso sesso, ma anche il diritto alla vita familiare delle coppie dello stesso sesso.

Sono mesi che Renzi annuncia come imminente l’approvazione di una legge sulle unioni civili, poi però alla fine non succede niente.

Non è proprio così. Il provvedimento sta andando avanti. Il punto è che ci sarebbe bisogno di un’accelerazione.
Alfano agita lo spaurachio di un’equiparazione delle unioni tra persone omosessuali ai matrimoni e delle adozioni per i gay.
Alfano dice due cose che non sono vere. Quando tratta questi temi non parla come ministro degli Interni ma da leader di un partito fortemente connotato dal punto di vista ideologico e purtroppo lo fa anche quando agisce da ministro degli Interni. Penso alla questione della cancellazione della trascrizione dei matrimoni contratti all’estero.

Lei è autore con il senatore Manconi di un ddl che regola il legame genitori figli anche nelle famiglie omogenitoriali. Quel ddl è stato in parte o del tutto assorbito nel testo in discussione al Senato?

In realtà no, nel senso che il ddl Cirinnà prevede l’istituto delle step-child adoption, ovvero l’adozione del figlio del partner. In realtà la proposta di legge sulla responsabilità genitoriale dice che i questi casi la coppia può presentarsi all’ufficio anagrafico alla nascita del bambino dichiarando che entrambi lo riconoscono. E’ un emendamento che ho presentato in commissione Giustizia al ddl Cirinnà, anche se ritengo che l’equilibrio trovato con quel testo possa essere un’onorevole mediazione.

Non teme che anche quest’ultimo richiamo della corte di Strasburgo possa cadere nel vuoto?

Non ci posso neanche pensare. A questo punto si tratta dell’onorabilità dell’Italia rispetto al resto dell’Europa e del mondo, e dell’onorabilità di Matteo Renzi di fronte all’Europa e al resto del mondo. Sono convinto che il governo non presenterà ricorso contro questa sentenza e che effettivamente entro la fine del 2015 avremo una legge sulle unioni civili.