Fra i destinatari dell’appello firmato da Anec, Acec, Fice e Anac, il Ministero dei beni culturali è intervenuto ieri sulla «querelle» Netflix attraverso le parole del Ministro Alberto Bonisoli a margine di una conferenza stampa a Milano: «Ci troviamo di fronte a un mondo nuovo, che non si può gestire con decreti impositivi», ha osservato il neoministro alla cultura. «Ma abbiamo l’autorevolezza per confrontarci e ricondurre a sistema questa evoluzione. Abbiamo già fatto una riunione con tutti i soggetti del sistema cinema e ne faremo una a metà ottobre per direttive su tv e piattaforme».

Bonisoli però non attacca le scelte del Festival di Venezia messe in discussione dalle associazioni autrici del comunicato – che sottolineano come la Mostra sia destinataria di finanziamenti pubblici – e anzi ha parole di elogio per l’edizione appena conclusa: «Quest’anno la Mostra del Cinema è stata un successo, sarà l’edizione con la credibilità maggiore a livello mondiale. Dobbiamo essere felici di questo. Io non sono un dirigista, mentre i nostri cugini transalpini hanno questa tendenza», ha detto in riferimento alle «rottura» fra Netflix e il Festival di Cannes consumatasi lo scorso maggio. «Barbera – ha aggiunto – è il direttore artistico e le scelte artistiche spettano a lui».

L’essenziale è che «l’Italia rimanga un paese di produzione cinematografica».
Fra le possibili soluzioni che verranno prese in considerazione con tutti i protagonisti del sistema cinematografico italiano, Bonisoli cita un aspetto tralasciato invece dal comunicato della associazioni di settore: la possibilità di una forma di «tassazione» del gigante dello streaming. «Pensiamo – ha detto – a quote di produzione nazionale per le tv, cioè cosa debbano trasmettere o produrre, e a una cosa analoga per le piattaforme».
Un tema su cui si è espresso anche il presidente dell’Anica (Associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive multimediali) Francesco Rutelli: «Il tema è importantissimo e globale – dice – e il primo gennaio prossimo dovremmo dotarci di una regolamentazione che fissi, tra gli altri, gli obblighi di investimento delle piattaforme».