Nago è una piccola città di 60mila abitanti sull’isola di Okinawa nel sud del Giappone le cui elezioni locali di domenica sono diventate un importante terreno di battaglia per il governo giapponese. Secondo gli accordi tra governo e forze armate Usa, proprio a Nago verranno concentrate le truppe di marines ora sparse per l’isola. Per questo l’amministrazione nipponica non vuole intoppi nella costruzione della nuova base e di riflesso nelle relazioni con l’alleato americano.

SUSUMU INAMINE è il sindaco in carica che cerca la rielezione e rappresenta la posizione contraria alla ricollocazione dei marines all’interno dell’isola. Con lui ci sono le opposizioni e il governatore della prefettura, Takeshi Onaga, da anni impegnato per ridurre la massiccia presenza militare sull’isola. Okinawa, infatti, sopporta già in termini di superficie occupata da basi militari la maggior parte della presenza americana in Giappone, con oltre 25mila uomini di stanza.

I LAVORI PER LA NUOVA BASE sono iniziati lo scorso aprile e gli oppositori se anche vincessero, non potrebbero fare di più che allungare i tempi con l’uso dei loro limitati poteri amministrativi e i ricorsi in tribunale. Ciò almeno finché non cambieranno le linee guida della politica di difesa giapponese e americana. L’opposizione popolare alla base sull’isola è da anni molto forte e si incontrano inoltre gruppi di volantinaggio di emigrati da Okinawa davanti alle stazioni di diverse città giapponesi. Questa volta però il Partito Liberaldemocratico (Ldp) al governo, che punta sullo sfidante Taketoyo Toguchi, ci crede perché può contare sul sostegno del Komeito, che alle elezioni precedenti aveva dato libertà di voto, ed è inoltre galvanizzato dalla vittoria di uno dei 4 seggi per Okinawa nelle ultime politiche, dopo averli persi tutti in quelle precedenti.

LA CAMPAGNA ELETTORALE si è trasformata in una contesa sempre meno locale, tanto che diverse importanti personalità dell’Ldp sono passate a fare campagna sull’isola e c’è stata anche una vittima eccellente a Tokyo. Si tratta del Ministro Fumiaki Matsumoto, che si è dovuto dimettere perché ha deriso le preoccupazioni sulla sicurezza degli abitanti dell’isola durante un intervento in parlamento del leader del Partito comunista, Kazuo Shii.

I TIMORI DELLA POPOLAZIONE sorgono dal numero di incidenti ai velivoli americani, tre solo nel mese di gennaio, a cui va aggiunto il caso di un portellone di un elicottero caduto su una scuola vicino alla base di Futenma, nel sud dell’isola, a dicembre. Un altro fattore di recente tensione con gli isolani è stata la dislocazione di apparecchi Osprey sull’isola, che hanno avuto diversi incidenti nella regione. Il primo ministro Shinzo Abe, oltre alla testa del suo ministro, ha offerto le sue scuse personali a Okinawa in parlamento a dimostrazione di quanto tenga a queste elezioni.

Gli occhi sono inoltre puntati sulle elezioni per il governatorato dell’isola che si terrano in autunno. Anche Onaga, il governatore in carica, strenuo oppositore della nuova base di Henoko dovrebbe cercare la rielezione mentre l’Ldp vorrebbe iniziare a colpirlo proprio a Nago.

ANCHE L’ASSEMBLEA locale di Okinawa è entrata in campagna e ha votato giovedì una mozione per chiedere che tutti i marines lascino l’isola con una motivazione chiara: «Non siamo una colonia americana».

In generale sull’isola si pensa di essere trattati come una colonia: non solo americana, anche giapponese.