Mercoledì 29 verrà celebrato il primo matrimonio gay. Vincent e Bruno si sposeranno al comune di Montpellier, ma la cerimonia non verrà trasmessa in video sulla piazza, come previsto, per timore di reazioni violente. Oggi manifestano di nuovo a Parigi i contrari al matrimonio per tutti, anche se la legge è stata promulgata il 18 maggio. C’è timore di violenze, vista la presenza massiccia dell’estrema destra, che intende approfittare dei 650 pullman e degli 11 treni speciali che porteranno gli oppositori nella capitale.

Previsti tre punti di partenza per i cortei che si riuniranno agli Invalides. Il rischio di violenze è forte, anche perché oggi è programmata a Parigi una quarta manifestazione, che riunisce i principali movimenti dell’estrema destra e Civitas, i cattolici integralisti, che intendono «lasciar traspirare la collera» suscitata dal governo socialista e dalla legge Taubira che ai loro occhi significa «la rovina della civiltà».

L’estrema destra invita a seguire una «battaglia navale» a Parigi, con attacchi ai «luoghi di potere», dai ministeri alle sedi dei media. Il governo ha messo in guardia l’Ump dal partecipare a un corteo che arriva fuori tempo massimo, quando il matrimonio per tutti è ormai legge. Il ministro degli interni, Manuel Valls, ha sconsigliato alle famiglie di manifestare con i bambini e ha minacciato di dissoluzione il Printemps français, una nebulosa estremista frutto della scissione del movimento della Manif pour tous.

Valls è preoccupato, ma anche l’Ump non è tranquilla. Il presidente, Jean-François Copé dovrebbe partecipare alla manifestazione, ma il partito di Sarkozy è ormai spaccato. L’ex primo ministro, Alain Juppé, ha preso le distanze. La destra di governo si trova ora in una posizione scomoda, dopo aver creduto di poter approfittare della protesta contro il matrimonio per trasformarla in un movimento contro Hollande ed essersi trovato nei cortei a fianco dell’estrema destra. Per il Blocco identitario, che vorrebbe trasformare in martire Dominique Venner, lo storico ottantenne che si è suicidato a Notre Dame martedì scorso, è «l’occasione di spostare il centro di gravità della destra».

La corrente vandeana, anti-repubblicana e reazionaria è sempre esistita a destra come un fiume sotterraneo che in certi momenti storici alza la testa. Ma la maggioranza della destra di governo teme questa deriva, che l’allontana dalla tradizionale posizione di difesa della legge e dell’ordine. Anche Marine Le Pen prova un certo imbarazzo e non è mai stata in prima linea nella battaglia contro il matrimonio. Persino il movimento anti-matrimonio è ormai spaccato. La portavoce Frigide Barjot non è neppure sicura di partecipare al corteo di oggi. Ha ricevuto minacce dai più estremisti (una busta con un fazzoletto macchiato di sangue) perché ha proposto un’unione civica per gli omosessuali al posto del matrimonio.

La conferenza episcopale francese, che si è apertamente schierata con le manifestazioni contro il matrimonio, insiste sulla difesa dei valori della famiglia e del cristianesimo. Ma non tutti i cattolici seguono i vescovi. Gli oppositori sperano di ripetere il caso del Cpe del 2006, quando Villepin di fronte alle pressione della piazza ritirò il Contratto di primo impiego anche se era già stato promulgato. Più concretamente, la forte mobilitazione in nome dei «valori» tradizionali e conservatori frenerà le altre leggi sui temi etici: non solo non ci sarà la legalizzazione della Procreazione assistita per i gay, ma il governo sarà prudente sulle leggi di bioetica e molto probabilmente ci vorrà tempo per aprire le discussione sull’eutanasia.