Il filotto M5S-Lega sulle presidenze delle commissioni permanenti è il prodromo per iniziare a governare.
Il primo provvedimento che dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri sarà il decreto con lo stop di sei mesi alla fatturazione elettronica per i distributori dei carburanti – che dovrebbe scattare dal 1 luglio – già promessa dal ministro Di Maio ai benzinai.
Poi toccherà al «decreto dignità» sempre annunciato dal vicepremier M5s in cui però anche la Lega vuole dire la sua. «Sarà il primo che arrivera’ nelle Commissioni», ha spiegato Di Maio ai suoi. Conterrà le cose già annunciate nella prima comunicazione ai giornalisti al ministero del Lavoro: lo stop alla pubblicità dei giochi d’azzardo – probabile anche lo spostamento delle sale almeno ad un chilometro di distanza da scuole e chiese, restringendo le norme attuali – , le misure anti delocalizzazioni con la restituzione dei fondi pubblici dati alle imprese in questione sul modello della legge francese.
Non dovrebbero esserci invece le norme sui rider, demandate alla trattativa fra aziende della food delivery e rappresentanti sindacali, a cui però Di Maio dovrebbe imporre una tempistica molto stretta per arrivare ad un accordo – si pensa a due settimane – e in caso di problemi, rispolverebbbe il testo del decreto che prevede subordinazione, minimo salario orario, diritto alla disconnessione e tutele assicurative e previdenziali.
Altro dossier sul tavolo e’ quello delle banche. La Lega ha presentato mozioni sia alla Camera che al Senato per bloccare la riforma delle Banche di credito cooperativo (Bcc) e sul tema potrebbe a breve arrivare una proposta di legge governativa. C’è poi il tema dei risparmiatori truffati in attesa dei rimborsi. Il decreto Baretta che doveva stabilire le regole per l’erogazione dei 100 milioni di euro previsti dal Fondo ristoro inserito nella legge di bilancio 2018, destinato ai risparmiatori vittime dei reati bancari, non ha mai visto la luce. Ora il governo M5s-Lega punta a riscriverlo per ampliare la platea. Entro agosto dovrebbe poi arrivare il decreto fiscale con la mini flat tax per le partite Iva per circa 100mila imprese e un anticipo della pace fiscale (il piano si dovrebbe chiamare «definizione concordata», il condono generalizzato per le cartelle sotto i 100mila euro annunciato mercoledì da Salvini.
Tornando alle commissioni – 17 presidenze al M5s (9 alla Camera e 5 al Senato) e 11 alla Lega (5 alla Camera e 6 a palazzo Madama) – rimane il tema delle commissioni di controllo che da prassi andrebbero all’opposizione. La più delicata è certamente il Copasir sui servizi segreti, poi Vigilanza Rai e Antimafia. Ma sulle commissioni di garanzia resta lo stallo, con il Pd che non ha ancora indicato i propri commissari in attesa che si raggiunga un’intesa sul vertice del Comitato per il controllo dei Servizi segreti. Le commissioni Bilancio, strategiche in quanto da esse passano tutti i provvedimenti economici, saranno presiedute da Claudio Borghi (Lega) alla Camera e da Daniele Pesco (M5S) al Senato. Le commissioni Finanze saranno invece guidate dal leghista Alberto Bagnai al Senato e dalla pentastellata Carla Ruocco alla Camera. Dalla settimana prossima quindi, è l’appello che fanno soprattutto le opposizioni, il Parlamento potrà rimettersi al lavoro.