Si faceva chiamare «Il Conte Tacchia». Come il personaggio del film con Enrico Montesano del 1982. All’origine dei guai finanziari di Claudio Giardello c’è un litigio con gli altri soci della Miani immobiliare sulla spartizione di fondi neri. Uno di loro, Giorgio Erba, è uno delle vittime di ieri mattina.

La spartizione è confermata da un documento agli atti dell’inchiesta che lo riguarda. Nel settembre 2005 su un prospetto ritrovato dagli inquirenti veniva annotato 1,3 milioni al “Conte Tacchia”, il quale ne girava 400 mila al “Marchesino”, Davide Limongelli; inoltre 1,2 milioni andavano al “Predatore”, Massimo D’Aunzuoni, la stessa cifra “Al comandante”, Giorgio Erba e a “Tinto Brass”, Silvio Tonani .

I guai tra i soci iniziano quando Giardiello pretende di avere una percentuale maggiore. «I rapporti tra gli amministratori della società avevano iniziato a deteriorarsi allorquando il sig. Claudio Giardiello, evidentemente non soddisfatto della disponibilità finanziaria procuratagli dal descritto accordo con i signori D’Anzuoni, Erba e Tonani, aveva iniziato ad avanzare insostenibili ed ingiustificate pretese economiche nei confronti degli altri amministratori della Miani. I quali in nessun modo riuscivano a ricondurre a ragione il loro interlocutore, soggetto, peraltro, ad improvvise alterazioni dell’umore e propenso  all’aggressione». Una  «propensione» ripetutasi ieri mattina.