Il premier libico Ali Zeidan, all’indomani del sequestro lampo di cui è rimasto vittima, ha definito «un tentativo di golpe» l’azione condotta da miliziani armati giunti a bordo di 100 veicoli nel centro di Tripoli. Sotto inchiesta per il suo presunto ruolo nel sequestro è finito il capo dell’anticrimine di un distretto di Tripoli, Abdelmonem Al-Said. Secondo la Procura con altri responsabili della sua unità l’uomo avrebbe pianificato «per oltre una settimana» l’arresto di Zeidan, rinviandolo a causa di una missione del premier in Marocco. Lui invece accusa il presidente del Congresso, Nuri Abu Sahmain, di aver approvato il mandato di cattura per Zeidan. Ieri intanto un imam di Bengasi considerato vicino ai salafiti, lo sheikh Abdussalam Daifallah Al-Hassi, è rimasto gravemente ferito nellesplosione di un ordigno piazzato sulla sua auto. Sempre a Bengasi un’autobomba è esplosa nei pressi del consolato svedese, senza provocare vittime.