Si è dimesso John Dowd, capo degli avvocati di Donald Trump nell’indagine del procuratore speciale Robert Mueller sull’ingerenza della Russia nelle elezioni del 2016.

RIGUARDO LE DINAMICHE e le ragioni di questa «separazione», due tra i principali quotidiani americani che hanno riportato la notizia, hanno fornito versioni discordanti.

Secondo il Washington Post la decisione di interrompere la collaborazione sarebbe stata una decisione condivisa sia da Trump che da Dowd in quanto «The Donald» sarebbe deluso del lavoro del suo capo avvocato, incapace di contrastare sufficientemente Mueller, mentre Dowd non avrebbe gradito la recente assunzione di nuovi avvocati da parte di Trump.

Secondo il New York Times, invece, la decisione sarebbe stata tutta di Dowd, preoccupato dal carattere poco incline alle regole e ai consigli del presidente Usa, che continuava ad ignorare i suoi avvertimenti, come quello di volere testimoniare di persona nell’indagine di Mueller, mentre per Dowd sarebbe una pessima idea.

L’USCITA DAL TEAM dell’avvocato è arrivata proprio mentre Trump sta moltiplicando i suoi attacchi a Mueller, nei riguardi del quale solo pochi giorni fa si era rivolto anche Dowd dichiarando che l’inchiesta sul Russiagate dovrebbe finire; inizialmente l’avvocato aveva detto di parlare per contro del presidente, salvo poi smentirsi, precisando di aver parlato a nome proprio.
Jay Sekulow, un altro avvocato della squadra che affianca Trump, ha commentato a nome di tutto il team: «John Dowd è stato un membro importante del nostro team legale e continueremo la nostra collaborazione con il procuratore speciale».

Dowd se ne è andato senza sbattere la porta dichiarando affetto verso Trump. Non è chiaro come adesso possa avvenire la riorganizzazione del team legale al quale, pochi giorni fa, Trump aveva aggiunto un nuovo elemento, l’ex procuratore federale Joseph Di Genova.