Nel giorno in cui di nuovo si parla di mafia a Roma, e la Direzione distrettuale antimafia richiede l’arresto di ventotto persone accusate di essere legate al clan camorristico dei Senese, la sindaca Virginia Raggi deve fronteggiare una crisi proprio sul terreno in cui i temi della sicurezza si intrecciano a quelli dell’amministrazione della città.

Il comandante dei vigili urbani Stefano Napoli si è dimesso dopo le inchieste giornalistiche delle scorse settimane, soprattutto quella condotta dalla trasmissione di RaiTre Report sulla corruzione e i conflitti di interesse del corpo della polizia capitolina, organismo che conta circa seimila agenti alle dirette dipendenze del Campidoglio, divisi per competenza territoriale e aree di competenza. Alcuni di loro, e tra di essi alcuni dirigenti, sarebbero stati coinvolti in una vera e propria attività di dossieraggio sull’allora sindaco Ignazio Marino.

Napoli ha fatto un passo indietro dopo un confronto con Raggi.La sindaca aveva reagito nei giorni scorsi alle rivelazioni giornalistiche sulla polizia locale chiedendo la rotazione degli agenti del centro storico, cioè gli operatori del settore finiti particolarmente sotto accusa. Nella sua lettera di dimissioni, il comandante imputa a Raggi di averlo scaricato e allude al fatto che lei stessa fosse al corrente delle vicende raccontate da Report: «Sono tutti i fatti dei quali l’amministrazione era a conoscenza per essere stata protagonista diretta ovvero per esserne stata messa a parte dai propri dipendenti».

Napoli era diventato comandante della polizia di Roma nello scorso mese di luglio, raccogliendo il testimone di Antonio Di Maggio, agente noto per i metodi sbrigativi e il polso di ferro per il quale la sindaca era riuscita a ottenere una deroga alla pensione e il rinnovo del contratto. Il dirigente che ne aveva preso il posto di comando lavora nel corpo della polizia locale romana dal 1991, quando aveva trent’anni. Nel 2010 era stato promosso a dirigente e nel settembre 2016 ha diretto il contingente della polizia locale inviato dal Campidoglio nei territori colpiti dal terremoto di Amatrice.

Raggi incassa l’ennesima lettera di dimissioni della sua storia di sindaca, ma ci tiene a non mostrarsi turbata. «Per andare avanti in questa città ci vuole molto coraggio, perseveranza e determinazione. Stiamo mandando messaggi chiari, no alla criminalità no alla camorra. Bisogna ripristinare la legalità», dice a RaiNews24 commentando le dimissioni del comandante dei vigili Stefano Napoli.

È attesa per il 14 dicembre prossimo la decisione della corte d’appello sul processo per falso che la riguarda in merito alla promozione di Raffaele Marra. Se si dovesse arrivare a una sentenza di condanna, la sindaca non ha nessuna intenzione di autosospendersi e tantomeno di rinunciare alla candidatura per il secondo mandato, come ha fatto la sua collega torinese Chiara Appendino. «Per essere sindaco a Roma ci vuole determinazione – afferma ancora Raggi – Se mi fossi fermata alle prime critiche non sarei dove sono adesso.

La città si è rimessa in moto, è piena di cantieri. La mia paura è che si torni al passato, serve tenacia e perseveranza». Quanto alla freddezza che da una parte del Movimento 5 Stelle trapela sulla sua ricandidatura, Raggi è forse ancora più lapidaria ponendosi al centro delle strategie grilline: «IlM5S sta giocando una partita nazionale importante, e anche a livello europeo. Io lo sto facendo a Roma. Ognuno al suo livello istituzionale deve fare il meglio»