Alla fine lo sconto di pena è arrivato e Silvio Berlusconi potrà mettere fine con 45 giorni di anticipo alla sua esperienza a Cesano Boscone. Nonostante il parere negativo della procura di Milano, ieri il giudice di sorveglianza Beatrice Crosti ha accolto la richiesta di liberazione anticipata presentata il 7 gennaio scorso dal leader di Forza Italia, affidato ai servizi sociali per un anno in seguito alla condanna definitiva nel processo diritti tv. Berlusconi – che oggi sarà presente al Quirinale per il giuramento del nuovo presidente della Repubblica – potrà quindi tornare libero l’8 marzo prossimo, giorno della festa della donna.

A convincere il giudice di sorveglianza sarebbe stato il comportamento tenuto dal leader di Forza Italia in questi mesi, un comportamento ritenuto positivo se si esclude l’attacco alla magistratura fatto dall’ex Cavaliere in alcune interviste televisive ma soprattutto nel corso della testimonianza al processo che si sta svolgendo a Napoli contro Valter Lavitola per la vicenda degli appalti a Panama. Parole per le quali in seguito Berlusconi si era scusato proprio con il giudice Crosti. Con la sentenza di ieri, l’ex Cavaliere mette fine alla sua pena detentiva, ma resta ancora incandidabile, come previsto della legge Severino. Il prossimo 8 marzo potrà avviare la pratica di riabilitazione, solo al termine della quale potrà tornare a candidarsi. Sempre che nel frattempo non siano state emesse nuove condanne contro di lui.

E’ durata dieci mesi l’esperienza di Berlusconi presso la Sacra Famiglia di Cesano Boscone, dove ha assistito gli anziani ospiti della struttura. Mesi durante i quali il leader di Forzo Italia ha dovuto rispettare tutti i vincoli, di orario e di spostamento, che gli erano stati imposti, come l’obbligo di non lasciare la Lombardia se non per recarsi a Roma (ma solo dal martedì al giovedì) e il vincolo di rientrare ad Arcore entro le 23.
Ma tra paletti voluti dal giudice di sorveglianza, e sottoscritti dall’ex Cavaliere davanti al responsbaile dell’Ufficio esecuzione penale esterna (Uepe) Severina Panarello, c’era anche il divieto di fare dichiarazioni offensive nei confronti dell’ordine giudiziario.

Cosa che invece Berlusconi ha fatto più di una volta. In particolare il 19 giugno dell’anno scorso quando, proprio al processo Lavitola, parlando al collegio aveva detto che «la magistratura è incontrollata, incontrollabile, irresponsabile e ha l’immunità piena».

Affermazioni che, il 27 gennaio scorso, sono state alla base della decisione presa dalla procura di Milano di esprimere parere negativo alla richiesta di liberazione anticipata. Un parere non vincolante e che infatti ieri non ha inciso nella decisione del giudice Crosti che a valutato le successive scuse rese da Berlusconi per quelle parole come un segnale di ravvedimento. Un comportamento «non scontato», scrive il giudice nel suo provvedimento, confermato successivamente anche «con l’attività di volontariato svolta in modo serio e apprezzato dagli operatori».

Naturalmente tutti positivi i commenti arrivati da esponenti di Forza Italia alla decisione presa dal giudice di sorveglianza. «Un’ottima notizia», ha detto Giovanni Toti, consigliere politico di Forza Italia. «La sua buona condotta è sotto gli occhi di tutti Ha svolto i servizi sociali con grande serietà, ha accettato la condanna che noi riteniamo ingiusta, ma ha scontato al pena e continuerà ad andare alla Sacra famiglia». «Riconosciuta la pazienza di Silvio Berlusconi», ha scritto invece su Twitter Maurizio Gasparri.