La campagna referendaria contro le norme dello Sblocca Italia che consentivano la ricerca e le estrazioni di petrolio in mare e sulla terraferma era cominciata in Campania a settembre 2015 con molto slancio. La presidente del consiglio regionale, Rosa D’Amelio, aveva firmato le delibere, approvate all’unanimità, che avevano inserito l’ente tra le regioni promotrici dei referendum. Le aree interessate erano il Sannio e l’Irpinia, due territori a vocazione agricola e paesaggistica, il secondo per altro fortemente sismico. «Chiediamo l’annullamento di articoli che hanno espropriato regioni e comuni della possibilità di dare pareri rispetto alle trivellazioni» aveva dichiarato l’irpina D’Amelio.

Poi a dicembre la presidente, insieme ai due consiglieri regionali (delegati nel comitato referendario) Francesco Emilio Borrelli dei Davvero Verdi e Antonella Ciaramella del Pd, avevano dichiarato: «Gli emendamenti alla legge di Stabilità, che introducono modifiche alle norme contro le quali abbiamo depositato i quesiti referendari, sono un segnale della volontà del governo di scongiurare i referendum e, soprattutto, di venire incontro alle nostre richieste. La Campania non voleva e non vuole lo scontro». E’ sopravvissuto un solo quesito, quello sulle trivellazioni a mare entro le 12 miglia, e l’entusiasmo da queste parti sembra essere diminuito ulteriormente soprattutto da quando il premier Matteo Renzi ha invitato tutti a disertare le urne.
Mercoledì scorso D’Amelio era a un dibattito a sostegno del sì al referendum nel comune di Cesinali, ha fatto sapere che andrà a votare ma preferisce non rilasciare interviste. Ieri pomeriggio si è tenuto un incontro sul tema in una sala del consiglio regionale con i Giovani democratici di Napoli. Al chiuso, quindi, lontani dagli elettori.

Consigliera Ciaramella, non sarebbe stato meglio accorpare il referendum con le comunali? In Campania ad esempio, tranne Avellino, si vota in tutti i capoluoghi.

E’ quello che avevamo chiesto, soprattutto per una questione di risparmio dei costi. Forse avrebbe anche contribuito a raggiungere il quorum ma non è detto, visto che nella nostra storia ci sono stati precedenti di segno diverso. Quello che davvero non ha aiutato è stata la data del 17 aprile, troppo anticipata, così non c’è stato il tempo necessario per organizzare una campagna di informazione.

Infatti fino ad ora niente indica che ci sarà il referendum, sembra che non vi stiate impegnando molto, nonostante l’abbiate promosso.

Scontiamo un certo grado di inesperienza e l’inadeguatezza delle norme. Questo è il primo referendum promosso dalle regioni e non attraverso la raccolta firme popolare. L’ente però per legge non può fare propaganda, cioè non può dare indicazioni di voto, solo informare sui quesiti. Oggi dovrebbe finalmente partire la campagna con la diffusione di volantini e manifesti negli spazi istituzionali. Naturalmente possiamo impegnarci come esponenti di partito, infatti stiamo organizzando degli incontri, come quello con i Gd di Napoli.

Andrà a votare, contravvenendo all’indicazione di Renzi?

Certo, voterò sì. Non credo si debba fare polemica, facciamo tutti parte dello stesso partito ma con ruoli differenti, c’è dialettica. Abbiamo chiesto rispetto per le volontà dei territori e il governo ci è stato a sentire inserendo le modifiche allo Sblocca Italia nella legge di Stabilità, facendo decadere quasi tutti i quesiti. Ne è rimasto uno in piedi, vuol dire che è necessario un ulteriore approfondimento. Ma non c’è nessun conflitto con Renzi: ha espresso la sua posizione come è giusto visto il ruolo di premier e segretario.