«La vera emergenza è l’occupazione. Bisogna difendere il lavoro che c’è e creare le condizioni per nuovi posti»: è questa la priorità da cui il nuovo governo deve partire, secondo il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, che sulla base del documento programmatico già approvato nelle scorse settimane dal comitato centrale ha indicato una serie di «precise richieste e proposte» in vista della nascita dell’esecutivo Renzi. Per fare questo, «serve un piano straordinario di investimenti pubblici e privati, rivedere e rinegoziare i vincoli europei» e «una politica industriale che individui e intervenga sui settori strategici per il Paese».

Sul fronte del lavoro, Landini chiede di «incentivare la riduzione degli orari e decontribuire i contratti di solidarietà (come nel caso Electrolux); ridurre le tipologie contrattuali» e, a fronte di questo, «introdurre un contratto unico a tempo indeterminato con l’allungamento del periodo di prova». E’ l’apertura al cosiddetto “contratto unico” proposto da Renzi, certo non nuova da parte del segretario Fiom, ma appunto a patto di ridurre drasticamente le attuali oltre 40 tipologie contrattuali.

Inoltre, va «estesa la cassa integrazione a tutti i lavoratori e a tutte le imprese tramite la contribuzione, e va introdotto un reddito minimo per combattere povertà e disoccupazione, garantire il diritto allo studio, finanziato con la fiscalità generale».

Landini ha anche indicato la necessità di «ripristinare l’articolo 18», di «cancellare l’articolo 8 voluto da Sacconi per favorire la Fiat», di «tornare alle pensioni di anzianità almeno per alcune categorie di lavoratori, come sta facendo il governo Merkel, che riduce l’età da 67 a 63 anni, e tutelare i giovani».

La Fiom chiede una legge sulla rappresentanza «coerente con la sentenza della Corte costituzionale»: legge che «renderebbe i contratti nazionali validi erga omnes, e che pertanto istituirebbe di fatto un salario minimo inderogabile, da applicare a qualsiasi lavoratore, qualunque contratto abbia».

Per il recupero delle risorse, Landini indica: «Il rientro dei capitali dall’estero, la lotta all’evasione fiscale e una riforma di Equitalia, la tassazione delle rendite finanziarie, una patrimoniale». Sul taglio del cuneo fiscale alle imprese, la Fiom ritiene che «non può essere generalizzato e dato a pioggia, ma deve essere selettivo e collegato alla difesa dell’occupazione e degli investimenti in Italia».