Negli ultimi anni è diventata una piccola cittadella della cultura. Uno di quei luoghi in cui vai anche per rivedere un po’ di persone dopo la pausa estiva. Il pubblico si mescola agli artisti, gli operatori agli amici degli attori e intanto ti lasci avvolgere da tutto ciò che accade intorno. È Short Theatre (7- 17 settembre), che sta per ripartire a Roma con i suoi spettacoli e concerti, incontri e djset negli spazi della Pelanda e della Factory al Macro di Testaccio (a cui si aggiungono il Teatro India e la Biblioteca Vallicelliana).

Sarà ancora una volta lì il cuore pulsante del festival che Fabrizio Arcuri dirige da 12 anni cercando ogni volta di consegnarci una sorta di lente di ingrandimento da cui osservare lo spettacolo dal vivo italiano e internazionale. E per l’edizione 2017 i confini si allargano ancora, perché per la prima volta in programma ci saranno compagnie provenienti non solo dall’Europa ma anche da Canada, Argentina, India. In tutto sono attesi 150 artisti.

Ma vediamo quale sarà il filo conduttore di quest’anno. Sottotitolo del festival: «Lo Stato interiore», inteso come «istituzione fantascientifica, immaginifica, eppure così personalmente concreta»; una specie di dialogo interno, insomma, in cui intimità e politica si parlano, «uno Stato privato nello Stato pubblico». Che poi significa – andando a spulciare l’elenco delle performance a cui si potrà assistere – avere a che fare con il dentro e il fuori, e con il modo in cui viviamo le relazioni con le persone, con le emozioni, con il mondo.

Ecco perché un gruppo cospicuo di spettacoli e di progetti in calendario avrà la caratteristica di coinvolgere direttamente il pubblico. D’altra parte la modalità partecipativa va sempre più di moda e sembra anche funzionare. Tra gli artisti che metteranno lo spettatore al centro del loro lavoro ci saranno i Rimini Protokoll – forse il gruppo più atteso – con Nachlass – pièce sans personnes, che racconterà otto storie di persone che per ragioni diverse hanno dovuto ragionare sul proprio fine vita. In otto stanze nelle quali il pubblico potrà entrare ed uscire,ciascuna di queste persone (non attori) lascerà una testimonianza di sé (Teatro India, 13-17 settembre, e poi al Romaeuropa festival dal 21).

Simulerà il gioco della roulette russa, invece, lo spettacolo dei portoghesi Ana Borralho& João Galante, Trigger of happiness, che coinvolgerà un gruppo di dodici ragazze romane tra i 18 ei 23 anni. Più intimo il lavoro dell’artista franco-croata Ivana Müller, Margine, che si ispira ai «marginalia», una pratica ottocentesca nella quale si usava annotare ai margini i libri prima di donarli ad amici, amanti o ai propri cari. Verranno coinvolti cinque annotatori romani. E il pubblico sarà chiamato a partecipare anche in Anarchy della compagnia castigliana Societat Doctor Alonso; in Cinéma Imaginaire, il progetto dell’artista olandese Lotte van der Berg, realizzato nella sua versione italiana dal duo Deflorian/Taglierini; e nel nuovo lavoro della compagnia spagnola El Conde de Torrefiel, Guerrilla, che aprirà il festival al Teatro India con 80 comparse in scena reclutate tra allievi attori e volontari non professionisti romani.

Ma a Short non mancheranno le storiche compagnie italiane di ricerca, dai Motus in festa per i loro venticinque anni di attività a Fanny&Alexander o a ricci/forte, presenti con una nuova performance dedicata a Pasolini. E poi in arrivo anche i Sacchi da sabbia diretti da Massimiliano Civica, l’Accademia degli Artefatti, il Teatro i con Federica Fracassi, le compagnie vincitrici del Premio Scenario e l’attesissima Mallika Taneja, indiana, per la prima volta in Italia.
Ampio spazio anche alla danza. Vi segnaliamo la coreografa franco-algerina Nacera Belaza, Alessandro Sciarroni, i più giovani Dewey Dell e Salvo Lombardo/Chiasma e la coreografa e performer canadese Dana Michel, vincitrice proprio quest’anno del Leone d’Argento alla Biennale di Venezia.