Shangai «zona speciale», facebook libero. Anzi no
In Cina si dice che la zona di libero scambio di Shanghai, che verrà inaugurata il 29 settembre, avrà lo stesso impatto epocale dell’apertura ai capitali stranieri voluta da Deng […]
In Cina si dice che la zona di libero scambio di Shanghai, che verrà inaugurata il 29 settembre, avrà lo stesso impatto epocale dell’apertura ai capitali stranieri voluta da Deng […]
In Cina si dice che la zona di libero scambio di Shanghai, che verrà inaugurata il 29 settembre, avrà lo stesso impatto epocale dell’apertura ai capitali stranieri voluta da Deng Xiaoping all’alba dell’epoca delle Riforme. Secondo alcuni osservatori, si tratta inoltre di un colpo politico che la Cina si appresta a sganciare contro Hong Kong, bersaglio numero uno della zona free trade shanghaiese. Di sicuro annunciava un evento storico la voce secondo la quale, nella zona di libero scambio dell’area di Pudong (un luogo che solo vent’anni fa era un’immensa palude e che oggi è uno dei centri nevralgici del paese, nonché skyline imperdibile) sarebbero stati «liberati» i siti di Facebook, Twitter e del New York Times. I due social network sono vietati dal 2009 nella Cina continentale, benché siano facilmente accessibili grazie ad una virtual private network, mentre l’edizione on line del quotidiano americano risulta «spenta» dall’ottobre 2012, quando fu pubblicato il reportage sulle ricchezze dell’ex premier cinese Wen Jiabao, che valse alla testata il premio Pultizer. Notizia prontamente smentita dai media statali, primo fra tutti il Quotidiano del Popolo in cinese e poi dal suo spin off inglese, il Global Times.
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