Dopo quasi sette mesi dalle elezioni del 15 marzo, è pronto il nuovo governo olandese. I leader del partito liberale Vvd, del democristiano Cda, del progressista D66 e del social-conservatore Cu hanno trovato l’intesa sul programma di governo del terzo esecutivo consecutivo guidato dal liberale Mark Rutte, ponendo fine alle più lunghe trattative della storia olandese dal Dopoguerra a oggi. Dopo l’esito molto frammentato delle elezioni di marzo la prima informateur Edith Schippers aveva tentato di coinvolgere il rossoverde Groenlinks nella formazione del nuovo governo ma la diversità di vedute sul tema delle migrazioni tra il suo giovane leader Jesse Klaver e gli altri aveva decretato il fallimento di quell’opzione.

Nonostante le incertezze iniziali, il nuovo informateur Gerrit Zalm ha portato quindi al tavolo il cristiano-conservatore Cu che pure ha posizioni molto diverse sul tema dei diritti civili rispetto al progressista D66. Dopo mesi di incontri però, tra i leader è prevalso lo spirito di collaborazione, lasciando da parte i temi più divisivi e concentrando gli sforzi su quelli dove è stato possibile trovare un’intesa, come quelli economici.
Le quattro forze politiche hanno trovato un accordo su un programma di governo di centro-destra, prevendendo un innalzamento dal 6 al 9% dell’Iva più bassa sui prodotti alimentari e l’acqua che dovrebbe ridurre da quattro a due gli scaglioni per il pagamento delle tasse. Sempre in materia fiscale, il nuovo esecutivo abbasserà la tassa sui profitti delle imprese al 21%, invece dell’attuale 25% per guadagni superiori ai 200 mila euro.

Sull’immigrazione invece, il nuovo governo Rutte si appresta a varare regole più restrittive per i rifugiati il cui permesso di residenza dovrà essere rinnovato ogni tre anni, rendendo più difficile anche l’accesso al welfare. Il budget destinato al settore militare crescerà di 1,5 miliardi di euro. Da ultimo il settore educativo: lo sciopero degli insegnanti elementari di pochi giorni fa ha spinto a promettere più fondi per l’istruzione, circa 500 milioni invece dei 270 previsti.

Secondo il governo, infine, il rafforzamento dell’«identità olandese» tra gli studenti, come l’ha definita il leader democristiano Buma, passa anche attraverso le visite al parlamento di Den Haag e l’insegnamento dell’inno nazionale.