Sgomberi improvvisi e demolizioni per fare spazio alla «nuova» Gedda
Arabia Saudita In pochi mesi le autorità saudite hanno lasciato senza un tetto sulla testa centinaia di migliaia di residenti dei quartieri sud della città per fare spazio a nuovi progetti di sviluppo urbanistico. Senza casa e senza alcuna compensazione
Tra fine 2021 e inizio 2022, le autorità saudite hanno lanciato una vasta campagna di demolizioni e sgomberi nei quartieri meridionali della città portuale di Gedda. A rivelarlo è l’associazione saudita Alqst, a seguito di una serie di interviste con i residenti che denunciano la mancata notifica degli espropri e la totale assenza di compensazioni.
Gettati in mezzo alla strada per creare una nuova Gedda. I numeri sono impressionanti: centinaia di migliaia di persone hanno perso la loro casa all’interno di un ampio piano di ridefinizione urbanistica della città.
E in pochissimo tempo: alcuni abitanti raccontano di essere stati cacciati di casa in una manciata di ore, senza nemmeno il tempo di portare via elettrodomestici e mobili. In molti hanno iniziato a dormire in auto, a causa di affitti impossibili da sostenere in una città considerata da Riyadh un hub economico strategico per l’intera petromonarchia e il Mar Rosso.
La sua parte meridionale è da anni nel mirino: l’area più antica della città, è casa a diversi gruppi etnici. Il piano di demolizione è parte del progetto Vision 2030, ideato dal principe ereditario Mohammed bin Salman: l’obiettivo è l’eliminazione di quartieri poveri per fare spazio a progetti di sviluppo dal costo di 20 miliardi di dollari, musei, un acquario, uno stadio, 17mila unità residenziali e hotel di lusso.
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