Un clima surreale avvolge Norcia a poche ore dal sisma che ha riportato tutti indietro al 24 agosto. Nel centro allestito dalla Protezione Civile dell’Umbria la gente arriva alla spicciolata: sono gli sfollati di due mesi fa, cercano un nuovo posto dove trascorrere la notte. Mercoledì hanno dormito in macchina e non si fidano più degli alberghi dove alloggiano da fine agosto. «La mia casa è inagibile – ci dice la madre di due figli piccoli – Viviamo in albergo ma non mi fido. Perché gli hotel dovrebbero essere più sicuri?».

La macchina dell’assistenza si è attivata subito ma c’è ancora da capire dove portare chi si sente doppiamente sfollato: «In questo momento è in corso la verifica delle strutture dove far dormire gli sfollati – dice al manifesto Paolo Mancinelli, responsabile del Centro Operativo Avanzato Regionale – Abbiamo dovuto evacuare anche l’ospedale, in parte inagibile. I controlli nelle case private saranno compiuti più avanti: ora si deve pensare all’emergenza. Non useremo le tende, fa già troppo freddo».

Ancora difficile capire se il cosiddetto modello Umbria abbia retto al nuovo sisma: il più colpito è il patrimonio artistico e storico, la chiesa della Madonna Bianca di Ancarano e le chiese di Campi Alto, la Madonna delle Grazie e l’abbazia di Sant’Eutizio a Preci. Ma soprattutto San Salvatore a Campi: la struttura del XII secolo si è sbriciolata in diretta tv. Ma ci sono anche danni alle scuole, agli edifici pubblici e crolli in case private.

L’assessore ai Servizi Sociali e Culturali, Giuseppina Perla, lei stessa sfollata, ci riporta indietro di due mesi. La prima fase dell’emergenza era stata chiusa, i sopralluoghi completati e ora si deve ricominciare. E la ricostruzione, probabilmente, ritarderà: «Il commissario Errani doveva venire stasera [ieri] per discutere con la popolazione del decreto emergenza. Sarebbe dovuta partire in questi giorni la ricostruzione delle case inagibili ma ora dovremo compiere altre verifiche».

«Avevamo alloggiato tutti gli sfollati – ci spiega mentre la terra continua a tremare – 853 in sistemazione autonoma e 280 in albergo. Ma chi era in hotel è andato via l’altra notte. Qui al centro operativo dopo la prima scossa sono corse 200 persone. Abbiamo fatto arrivare tre pullman: la gente ha dormito sui sedili». Per i 1.300 sfollati di Norcia e i 150 di Preci saranno riattivati i campi. Non la tendopoli di San Pellegrino, troppo freddo per le tende come ribadito ieri dalle autorità. Nel pomeriggio la Protezione Civile ha iniziato l’allestimento del PalaTennis, circa 120 letti per la notte.

In serata si è tenuto un vertice con tutti i sindaci delle zone colpite, il commissario straordinario Errani e il capo della Protezione Civile Curcio: al centro l’accoglienza agli sfollati. La domanda che in molti si pongono è se sarà rivisto il decreto terremoto che prevede 3,5 miliardi per gli edifici privati e uno per quelli pubblici.

Secondo il sindaco di Norcia non sarà modificato il cuore del decreto ma cambierà la gestione dell’emergenza, riattivata dal nuovo sisma: «È stata colpita una zona che ad agosto aveva avuto problemi marginali – ci spiega il sindaco Nicola Alemanno – Non sappiamo ancora quanti edifici inagibili, diretti o indotti, si siano aggiunti ai precedenti. Dovremo valutare quante altre persone chiederanno i moduli abitativi. C’è da dire che le zone colpite, le frazioni di Campi e Ancarano, sono tra le più resilienti: già ad agosto erano stati capaci di organizzare da soli il presidio d’emergenza, hanno già una loro struttura».

Nel centro storico di Norcia la poca gente si ritrova di fronte alla Basilica di San Benedetto: i vigili del fuoco sono al lavoro dopo il crollo della croce e il danneggiamento dei capitelli. Si parla dell’attivazione di una nuova faglia che ieri non ha dato tregua: oltre 200 le scosse dello sciame sismico dalle 19.11 di mercoledì, di cui una di 4.4 gradi alle 10.20 e una di 4.2 alle 19.22.

 

Adolfo piange al telefono con la figlia. «La nostra casa è stata danneggiata il 24 agosto – ci dice la moglie – La paura è la cosa peggiore. Non abbiamo più un posto dove dormire. L’altra notte siamo rimasti in auto, ma siamo anziani. È sempre più difficile».