«Contro la violenza fascista – razzista – sessista. Solidarietà alle vittime di Macerata». Lo striscione sorretto da richiedenti asilo, che sono anche parte della squadra multietnica dei Black Panthers, apre la manifestazione milanese in supporto e continuità con la piazza centrale di Macerata.

Ventimila persone mobilitate in un corteo che rompe gli schematismi degli spezzoni e obbliga il serpentone a non finire in via Zuretti ma alla Stazione Centrale. Una piazza di donne, uomini, giovani, anziani. Di «semplici» cittadini antifascisti e antirazzisti, oltre le organizzazioni, e nonostante le organizzazioni.

Tanti i cartelli e gli striscioni fatti a mano, lungo il serpentone: «no border, yes action» si può leggere ma anche «Stranieri non lasciateci soli con i fascisti» e poi le coperte termiche dorate che dal 20 maggio dello scorso anno sono diventate anche le bandiere di «Nessuna persona è illegale».

Dietro lo striscione d’apertura si legge «Chiudere i covi neri. Milano antifascista, antirazzista, meticcia e solidale». C’è anche la banda degli ottoni, instancabile colonna sonora di ogni manifestazione in città.

L’Anpi provinciale non ha aderito ma la base, i tesserati e tante sezioni sono presenti in massa con vessilli e striscioni. Si fanno vedere i volti noti del Pd milanese Pierfrancesco Majorino ed Emanuele Fiano. Ma come a Macerata, il Pd non aderisce e non promuove la manifestazione.

Beppe Sala, il sindaco che recentemente aveva dichiarato che «l’antifascismo deve essere militante» è silente.

Solo i singoli scendono in piazza, a dimostrazione che la manifestazione nazionale a Como di qualche settimana fa è stata solo una mossa elettorale per il partito di Renzi e Minniti.

Massimo Gatti, il candidato di Sinistra per la Lombardia, ha aderito immediatamente alla piazza milanese ed è stato in corteo. Come Onorio Rosati, candidato di LeU alle regionali.

Presenti Potere al Popolo, Fiom e il Naga.

[do action=”quote” autore=”Laura Boldrini”]«In Italia non c’è spazio per l’apartheid, quando ci sono attacchi razzisti e terroristici come a Macerata si devono usare parole chiare e nette»[/do]

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Si fa vedere anche la presidente della camera Laura Boldrini che alla stampa dichiara «non c’è spazio per l’apartheid, quando ci sono degli attacchi razzisti e terroristici come a Macerata non si può stare zitti, come ha detto Di Maio, e non si può neanche fare quello che ha detto Salvini, cioè non usare parole chiare e nette contro quello che è accaduto».

Ma più di chi è presente o assente occorre dire con chiarezza che a fare la differenza, numerica e qualitativa, non sono le strutture organizzate, non quelle istituzionali e neppure quelle di movimento, anche se hanno il merito di aver organizzato la manifestazione.

La differenza è stata fatta dal cuore delle persone, da chi ha voluto mostrare il volto «sano» della città, di chi ha voluto dire «restiamo umani» e ha deciso che oggi non ci possono essere tentennamenti davanti alla barbarie del rigurgito fascista e razzista di Macerata.

Non solo a Milano ma anche a Brescia, dove oltre duemila persone hanno manifestato in continuità con la piazza marchigiana. E a Piacenza in diverse centinaia hanno manifestato contro la presenza di Casapound dovendosi scontrare con le forze di polizia per garantirsi la possibilità di manifestare per le vie del centro.

5 i carabinieri feriti secondo la questura.