Storiche figure e giovani cineaste si incontrano al festival internazionale di Cinema e donne di Firenze diretto da Maresa d’Arcangelo e Paola Paoli, arrivato alla trentottesima edizione, al cinema La Compagnia (via Cavour 50r) dal 5 al 9 novembre. Ogni anno il festival rivela una efficace rimessa in discussione di elementi che il femminismo non dimentica, mette in luce e premia importanti personaggi chiave, porta alla ribalta cineaste internazionali. Quest’anno il Sigillo della Pace del comune di Firenze, antica onorificenza, andrà a Margarethe von Trotta («alla carriera, per la rilevanza artistica e culturale della sua opera») e a Paola Scarnati per la sua attività volta alla conservazione del patrimonio audiovisivo, alla direzione dell’Aamod (Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico).

Dell’Aamod si vedranno documentari prodotti o conservati nell’Archivio come Femminismo! il nuovo film di di Paola Columba sguardo militante sul ruolo delle donne dagli anni ’70, i classici Essere donne di Cecilia Mangini del 1965 che metteva in evidenza il rapporto donna-lavoro negli anni ’50, La donna nella Resistenza di Liliana Cavani (1965), il drammatico Triangle di Costanza Quatriglio che mette in parallelo i disastri sul lavoro a New York 1911 come a Barletta ai giorni nostri, La lotta non è finita (1973) di Annabella Miscuglio, la presa di distanza delle lotte femministe da quelle studentesche e operaie degli anni ’70. E alla figura di Annabella Miscuglio è dedicato il film di Emanuela Piovano L’età d’oro dove l’elaborazione del lutto di una intera generazione si intreccia con le esperienze della generazione più giovane.

Siamo lontani dall’epoca in cui pochi erano i nomi delle registe emergenti come lo fu Giovanna Gagliardo tra le prime registe italiane ad avere, negli anni ’70 il coraggio di tematiche mai viste prima al cinema (Maternale) oltre che sceneggiatrice di Miklos Jancso. A Firenze presenta il suo ultimo lavoro, la prima puntata di Le romane, storie di donne e quartieri. E Marina Piperno, prima tra le produttrrici italiane che racconta con Luigi Faccini in Diaspora, ogni fine è un inizio: l’estate del ’38 quando una fotografia ritrae la sua famiglia unita per l’ultima volta, il giorno prima delle leggi razziali.

La partecipazione di cineaste del nord Europa ha permesso a Cinema e donne di Frenze di creare interessanti momenti di confronto: quest’anno arriva dalla Svezia Kristina Lindström famosa documentarista di Palme, con un lavoro dedicato a Astrid Lindgren, la scrittrice di Pippi Calzelunghe e dall’Olanda i film di una nuova onda anche campione di incassi (Hanna van Niekerk, Mirjam de With, Nicole van Kilsdonk).

SILVIA LELLI

In programma al Festival «Margaret Mead, quando l’antropologo è una donna», di Silvia Lelli (mercoledì 9 novembre, ore 19 al Teatro della Compagnia). La presentazione è preceduta, alle ore 17, dal rarissimo documentario, uno dei più importanti lavori di Margaret Mead, realizzato negli anni 30 con Gregory Bateson Trance and Dance in Bali, e alle 16 dal nuovo documentario di Silvia Lelli, dopo «Violenza Invisibile»,«Violenza Svelata» sul modello culturale che provoca e legittima la violenza sulle donne: il silenzio è il meccanismo che permette a questa violenza di perpetuarsi. Per questo donne e uomini hanno deciso di raccontarla a piena voce, a testa alta: parlarne significa spezzare il meccanismo di invisibilità

I FOCUS

«The Times They Are A Changin. Come rendere l industria cinematografica più paritaria: Formazione? Risorse? Potere? Diversità?» ecco il focus organizzato dal festival «Cinema e donne» di Firenze lunedì 7 novembre con la partecipazione di rappresentanti di Eurimages, di Ewa (rete europea dei Festival di Cinema e Donne), del MiBACT e delle registe presenti al festival.

Domenica 6 novembre, all Istituto Tedesco di Borgo Ognissanti 9, alle ore 10.30, l’incontro è con Margarethe Von Trotta: si parlerà con lei di sorelle e sorellanza come valenze reali e narrative ma anche sociali e metaforiche