Il presidente sudcoreano Moon Jae-in è il grande protagonista di queste giornate. Ha cercato fortemente uno spiraglio di negoziazione, resistendo ai tweet di Donald Trump e alle pressioni che sono più volte arrivare anche da Tokyo, alleato di ferro degli Stati uniti con Shinzo Abe che preme per tornare ad avere un vero e proprio esercito nazionale.

E ieri Moon ha respinto l’invito proprio del premier nipponico Shinzo Abe sulla rapida ripresa delle manovre militari Seul-Washington dopo la tregua olimpica, perché viola la sovranità del suo paese.

Lo riporta la Yonhap, su quanto riferito da un funzionario dell’Ufficio presidenziale di Seul sul summit di ieri tra i due leader a Yongpyeong, prima della cena di gala per i circa 200 ospiti illustri e prima della cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di PyeongChang. Abe, nel resoconto, ha rimarcato la sua richiesta sulla necessità legata all’«attuale cambio» di condotta del Nord, osservando che non è il giusto momento per Seul e Washington di rinviare ancora le manovre militari annuali.

Moon però non ha battuto ciglio: «Capisco cosa il premier Abe voleva dire e cioè che non è il momento di rinviare le esercitazioni Corea Sud-Usa fino a quando non ci sono progressi sulla denuclearizzazione della Corea del Nord. Ma la questione è sulla sovranità e interviene in affari domestici».