Il programma veneziano è anticipato dai film della Settimana della critica, sezione autonoma che si svolge dal 28 agosto al 7 settembre, appuntamento atteso da tutti gli appassionati di cinema per la garanzia delle scelte e la promessa di scoperte, come già è stato nelle passate edizioni per Abdellatif Kechiche, Harmony Korine, o per tornare più indietro, Mike Leigh, Elja Souleiman, Pedro Costa, Mazzacurati, Rubini, Roberta Torre. Sette film concorreranno al premio RaroVideo e due eventi speciali apriranno e chiuderanno la Settimana (apre l’animazione napoletana di Alessandro Rak L’arte della felicità).

Centrale nel programma è la scelta del film italiano che spesso spicca tra gli altri e tra gli altri esordi alla Mostra: Zoran, il mio nipote scemo di Matteo Oleotto interpretato da Giuseppe Battiston è la prima coproduzione italoslovena, per lo più ambientato in un’osteria dove il protagonista passa il suo tempo poiché non combina molto altro, finché una parente gli affida un ragazzino che sembra un po’ ritardato, ma si dimostra imbattibile nel gioco delle freccette. Sloveno è anche Razredni sovražnik (Nemico di classe) di Rok Bicek (classe ’85), storia di un insegnante autoritario accusato di essere all’origine del suicidio di un’allieva, un dramma che mostra come un gruppo giunge alla creazione di un nemico. Altre dinamiche tra compagni di scuola in Aterträffen (La riunione) di Anna Odell, artista svedese che ha avuto anche problemi con la polizia per le sue performance interpretate come pericolose simulazioni. In una prima parte del film mette in scena una riunione tra vecchi compagni di scuola accusandoli di averle rovinato la giovinezza con l’emarginazione e in una seconda parte entra in scena lei stessa come in un documentario.

Ben due film vengono dal Cile, una prova dello stato di buona salute di questa cinematografia, uno in concorso e un altro come film di chiusura: Las niñas Quispe (Le ragazze Quispe) di Sebastian Sepulveda (prodotto dai fratelli Larrain), un regista che è stato il montatore di uno dei migliori film recenti, El año del tigre. Racconta la storia vera (siamo nel 1974) di tre sorelle pastore la cui vita sarà sconvolta dall’arrivo di una nuova legge. Nel cast tra gli altri due grandi attori come Francisca Gavillan, (l’interprete di Violeta Parra) e Alfredo Castro, prediletto interprete dei film di Larrain. Las analfabetas (Le analfabete), di Moisés Sepúlveda (che ha fatto anche il mago), la ripresa di un lavoro teatrale di Pablo Paredes, è il film di chiusura, anche questo con grandi interpreti. White Shadow (Ombra bianca) di Noaz Deshe – un regista apolide, nato a Jaffa racconta, la persecuzione, anzi un vero e proprio massacro, nei confronti degli albini nei territori africani (Ryan Gosling è il produttore esecutivo). Infine affronta l’intolleranza L’Armée du salut (L’esercito della salvezza) di Abdellah Taïa, scrittore marocchino che ha tratto il film da un suo romanzo autobiografico.