È un messaggio chiaro quello emerso ieri da oltre 60 piazze italiane. Da Bolzano a Lecce, passando per Roma, Milano, Napoli, ma anche in tanti piccoli centri, come Imperia, Viareggio, Brindisi, Orvieto. Il ddl Pillon incontra l”opposizione non solo degli spazi femministi, ma di un ampio fronte di soggetti politici e sociali. La giornata, convocata dalla rete dei centri anti-violenza D.i.Re, era stata preceduta da una petizione online che ha già superato le 100.000 firme. L’obiettivo condiviso è il ritiro immediato del disegno di legge 735 che si trova attualmente in commissione Giustizia del Senato. La proposta, tra le altre cose, introduce l’affido condiviso ed elimina l’assegno di mantenimento per come è stato fin ora contemplato.

LA GIORNATA DI MOBILITAZIONE è iniziata da Roma. Sono le dieci di mattina quando nei pressi del Colosseo una lunga fila di donne, vestite di rosso, cammina silenziosa suscitando la curiosità dei passanti. «Portiamo la tunica rossa e la cuffia bianca simbolo del potere politico, clericale ed economico che tenta di allungare le mani sulle nostre vite, i nostri corpi e le nostre scelte. Siamo donne, lavoratrici, precarie, migranti, madri, singole, lesbiche, trans a cui il governo vuole togliere spazio e autonomia. Il disegno di legge del senatore Pillon è una vendetta nei nostri confronti e noi lo bloccheremo.» Il flash mob di Non Una di Meno, dopo aver letto un testo sulle scale del Campidoglio, è confluito a Piazza Madonna del Loreto, dove si sono riunite oltre tremila persone. Sul palco associazioni, comitati cittadini, organizzazioni per l’infanzia, collettivi femministi, sigle sindacali. Presenti anche figure di spicco della politica locale e nazionale, come l’ex ministra Fedeli, il presidente della Regione Zingaretti e il segretario uscente del Pd Martina.

IL CUORE PULSANTE della piazza erano però donne, uomini e generi non binari, espressione diretta della società e dei movimenti femministi, che hanno imposto a esponenti istituzionali e partiti di presenziare senza bandiere. «Il ddl Pillon va ritirato, con gli altri tre testi sulla stessa materia attualmente in discussione al Senato. Questa piazza è l’occasione per riscoprire una partecipazione politica dimenticata» ha detto Lella Palladino, presidente della rete Dire. «Questo provvedimento vuole disconoscere la violenza contro le donne in un paese dove ogni 3 giorni una donna muore per mano di un partner violento» dice Carla di Non Una di Meno. Il movimento ha lanciato lo scorso ottobre uno stato di agitazione permanente «finchè questo governo non capirà che i diritti sono di tutti e per tutti, donne, uomini, bambine, bambini, altre soggettività e soprattutto migranti.»

SUI RISCHI a cui il provvedimento espone si è espressa anche l’Onu, che in una lettera inviata al governo manifesta preoccupazione per una misura che potrebbe alimentare “la disuguaglianza di genere e la discriminazione, privando le sopravvissute alla violenza domestica di importanti protezioni”. In piazza a Roma presenti anche molti uomini, alcuni organizzati nell’associazione Maschile Plurale «Come uomini impegnati da tempo nella ricerca di un nuovo modo di vivere la maschilità e la paternità, consapevole del mutamento creato dalla nuova libertà delle donne, ci rivolgiamo agli uomini presenti nelle forze politiche e nelle istituzioni, così come nel mondo associativo, sindacale, e in quello dei media, perché si sviluppi una riflessione profonda su questi temi» ha dichiarato Stefano Ciccone.

DUE GIORNI FA anche il vicepremier Di Maio si è espresso negativamente sulla proposta di legge, rompendo il lungo silenzio del M5S in merito alla riforma voluta dall’alleato di governo.Dell’attuale governo parla anche Elisa Ercoli di Differenza Donna «Autoritarismo, sovranismo, odio per il diverso, tutte facce della stessa medaglia» pronuncia tra gli applausi della piazza «il potere maschile si comporta come il singolo uomo violento: quando sente che sta perdendo terreno prova a reimpostare il suo ordine, in cui donne e soggetti altri vengono sopraffatti, isolati, rimessi a tacere, attenzione ve lo diciamo siamo indomabili, non ci rimetterete dove ci avete tenuto per secoli».

PIAZZE MOLTO PARTECIPATE in tutte le città, con numeri paragonabili a quelli romani anche a Milano, Bologna e Napoli. Tutti i cortei, assemblee e presidi contro il ddl Pillon si sono conclusi dandosi appuntamento a Roma, il 24 novembre, per la grande manifestazione nazionale contro la violenza maschile di genere.