Da Parigi Marine Le Pen soffia tranquillamente sul fuoco sempre acceso del razzismo. «Il problema – dice la leader del Front national parlando dei mercantili carichi di disperati arrivati nel mar Ionio – è che si mettono in atto politiche che incitano all’immigrazione clandestina. Creando operazioni come Mare nostrum, dando il segnale ai passeurs che ogni volta che questi migranti saranno su una nave li si recupererà per portarli sulle rive europee, vuol dire successo al 100% per gli scafisti».
Difficile dire se la figlia del fondatore del Fn parli per ignoranza del problema o solo per il puro piacere della speculazione politica, comunque sempre utile. Fatto sta che rispolvera la vecchia teoria – cara anche ai leghisti di casa nostra – secondo la quale le operazioni di soccorso in mare ai migranti rappresenterebbero un incentivo alle partenze per tornare a chiedere politiche più repressive confronti di chi fugge da guerre e persecuzioni. Teoria del tutto infondata, come ampiamente dimostrato, ma che la Le Pen non si fa scrupolo di utilizzare per insistere su un argomento come l’immigrazione da tempo un vero nervo scoperto per la Francia. E sicuramente lo fa in maniera più incisiva di Francoise Hollande, che ieri in una lunga intervista alla radio si è limitato a chiedere una soluzione politica per il dramma dei siriani. «L’Europa salva dei disperati condotti da scafisti senza morale», ha detto il presidente francese. «L’Europa deve sorvegliare le sue frontiere esterne, avere una politica per l’asilo ai siriani», ha poi proseguito spiegando come oggi siano Germania e Svezia ad accogliere il maggior numero di profughi mentre la Francia dovrebbe adottare in proposito procedure più rapide.
Se comunque i mercantili carichi di profughi un merito lo hanno avuto, è quello di aver riacceso il dibattito sui flussi migratori in Europa. Dibattito sempre difficile viste le divisioni sull’argomento tra i 28. Ora però l’Europa sembra essersi accorta di quanto accade nel suo confine più meridionale. E prova a reagire. Anzi, «ha reagito», come dichiarato ieri da un portavoce della Commissione Ue ricordando come l’immigrazione sia una delle priorità dell’esecutivo Junker». Certo, ha poi ammesso, «si deve fare sempre di più e meglio, ma servono più mezzi, soldi e uomini per Frontex e il commissario sta lavorando per questo».
Sabato scorso, proprio sull’onda emotiva suscitata dai mercantili, il commissario europeo all’immigrazione Dimitris Avramopoulo ha annunciato un piano per combattere i trafficanti di uomini. Il piano, stando a qualche indiscrezione, consisterebbe nel rafforzamento di Frontex, ma anche in una maggiore distribuzione dei profughi tra gli Stati membri, in un’ottimizzazione degli ingressi legali e in un miglior funzionamento delle regole per l’asilo.
Temi che rischiano di riaccendere lo scontro tra i 28, visto che nessuno ha intenzione di stanziare maggiori fondi per Frontex né di rimettere mano al regolamento di Dublino III, unica possibilità per distribuire in maniera diversa quanti oggi arrivano principalmente sulle coste italiane.
Di certo così com’è Triton non serve a molto. Salva molti migranti in meno rispetto a Mare nostrum e non ferma gli scafisti, dunque non si capisce bene a cosa serva. Ne è convinto anche Antonio Guterres, Alto commissario Onu per i rifugiati (Unhcr): «Si tratta di una missione di monitoraggio delle frontiere e non di salvataggio» ha detto , sottolineando come i fondi stanziati dall’Ue per la missione siano «molto meno importanti di quanto spendeva Mare nostrum.