«Dobbiamo ritrovare la compattezza e la voglia di indicare soluzioni e non problemi», Giuseppe Brescia, deputato del Movimento 5 Stelle e presidente della commissione affari costituzionali invoca un nuovo «patto di legislatura» con questa maggioranza.

Eppure, Matteo Renzi chiede un Recovery plan che abbia una «visione complessiva».
Sappiamo, anche senza le continue e strumentali sparate di Renzi, che il Recovery fund è un’occasione straordinaria per rilanciare il paese. È una partita che non possiamo perdere. Noi vogliamo con forza che quelle risorse conquistate dal presidente Conte si traducano in un forte investimento sul futuro per accompagnare imprese, lavoratori e cittadini nel post pandemia e restituire loro certezze. Dopo i vaccini il mondo non sarà più lo stesso e per questo vogliamo puntare su digitalizzazione e rivoluzione verde. Trovo positivo anche l’aumento delle risorse per la sanità, il che conferma l’inutilità di un ricorso al Mes.

Assieme alla corrente Parole guerriere lei vuole dare al M5S un’organizzazione più strutturata. Avete sofferto il fatto che questa crisi di governo si sia aperta mentre eravate in fase di passaggio?
Il percorso di Parole guerriere prosegue al di là delle contingenze politiche esterne. Non dobbiamo farci condizionare dal resto, anche perché il futuro del M5S dipende prima di tutto da noi. È un percorso obbligato, fatto di ascolto con le tante realtà del territorio, a partire dai nostri sindaci e consiglieri comunali. Qualche giorno fa abbiamo tenuto un altro confronto online con gli amministratori molto partecipato. C’è tanta voglia di ricucire rapporti tra i vari livelli e creare nuovamente una rete efficiente. Ci impegneremo a fondo in questo istituendo un tavolo tecnico permanente, perché lo riteniamo uno degli obiettivi più importanti da raggiungere. Gli Stati generali ci hanno soddisfatto, ora è tempo di una leadership collegiale per responsabilità condivise. A questo proposito, Parole guerriere si sta aggregando su un candidato unico.

Difendete Conte presentandovi come forza di «stabilità». Ma in nome della stabilità sosterreste un altro governo?
Abbiamo sempre ragionato per temi e per proposte nell’interesse dei cittadini. Stabilità e responsabilità non significano immobilismo e stagnazione, ma concretezza e sintonia con le persone. Occorre un patto di legislatura che aiuti a fare chiarezza nella maggioranza. Comprendiamo le difficoltà di Renzi e di chi deve rendere visibile e conoscibile un partito nuovo, ma bisogna distinguere le proposte dalle provocazioni. Lo voglio dire chiaramente: penso che questa maggioranza possa raggiungere ottimi risultati e fare ciò che in passato molti governi non hanno avuto la capacità, la volontà e il coraggio di fare. Possiamo decidere se lavorare a leggi importanti su tanti temi, penso a eutanasia, legalizzazione delle droghe leggere, cittadinanza. O possiamo perdere i prossimi due anni a fare sterili polemiche. Abbiamo una possibilità irripetibile, non va gettata al vento.