Cinque milioni di euro in 90 minuti. Si chiude con l’ultimo turno in notturna e (finalmente) le gare in contemporanea, la prima stagione di Serie A interamente vissuta nell’era Covid-19. E sarà una pagina in ogni caso speciale del calcio italiano, perché la pandemia sta riscrivendo il presente e soprattutto il futuro a medio termine di squadre, dirigenti, atleti, istituzioni del pallone. Soprattutto alla voce conti, che rendono ancora più appetiti i due posti ancora da assegnare per la qualificazione alla Champions League: se li giocano Milan, Juventus e Napoli, mentre l’Inter è campione d’Italia da settimane e l’Atalanta, al momento seconda, è sicura dell’accesso alla Coppa. Ma Atalanta-Milan, Napoli-Verona e Bologna-Juventus definiranno non solo l’esclusa (i bianconeri sono quinti, 75 punti, con un lunghezza di  ritardo da Milan e Napoli) ma anche l’ordine di arrivo del campionato, che inciderà parecchio sui registri di cassa: la seconda in classifica infatti incassa dalla Lega di Serie A premi circa 19 milioni di euro, per la terza ci sono 16,8 milioni, intorno ai 14 milioni per la quarta arrivata.

DUNQUE, CI SONO CINQUE MILIONI DI EURO in ballo, oltre al pathos, alla tensione finale di un torneo assai discusso e combattuto. Da domani infatti parte ufficiosamente il mercato, con giro di allenatori (ultimo sacrificato, Claudio Ranieri alla Sampdoria) e pezzi grossi come Ronaldo forse in uscita.  E’ stata la stagione con l’occhio ai tamponi, ai positivi, all’applicazione di quel discutibile protocollo Covid, stilato la scorsa primavera dal comitato tecnico-scientifico e accettato dalla federcalcio, mai aggiornato nonostante la furia delle varianti, che ha rischiato di falsare il torneo: da Juventus-Napoli rinviata a ottobre poi giocata a marzo, sino a Lazio-Torino, decisiva per la lotta salvezza e disputata solo pochi giorni fa, con la Lazio senza obiettivi e il Toro che si è portato a casa il punto della matematica salvezza. Ma è anche la stagione della Juventus coinvolta nell’affare dell’esame farsa per la cittadinanza italiana per Luis Suarez. Il club torinese prima si è attivato con l’Università degli Stranieri di Perugia per l’esame dell’uruguaiano necessario al tesseramento di Suarez come comunitario, fino a Suarez mollato di colpo, a un passo dalla firma. Sul caso, la Figc, nove mesi dopo l’avvio dell’inchiesta della procura di Perugia, ancora non si è decisa ad aprire un’inchiesta che avrebbe potuto anche incidere sulla classifica finale dei bianconeri. Ed è sempre la stagione del mancato ingresso del private equity nel calcio italiano. Gli ormai celebri fondi, svaniti perché chi era al tavolo lavorava nel frattempo per il varo della Superlega, lanciata e sparita in poche ore.

E IN CODA al campionato c’è l’inchiesta condotta dalla federcalcio sui rimborsi gonfiati da alcuni arbitri di Serie A, per una vicenda che potrebbe anche allargarsi nei prossimi giorni, con danni marcati alla reputazione dei direttori di gara, parecchio contestati in questo finale di torneo. Ma nei giorni scorsi c’è stata anche la decisione della federcalcio di concedere ai club in bolletta di saldare gli stipendi dei calciatori con un mese di ritardo, segnale di una crisi economica che rischia di mandare in bancarotta una buona parte di società. Anche per questo motivo quei posti in Champions League assegnati stasera possono essere decisivi: ai club serve quella liquidità che l’Inter ha trovato in un fondo americano (Oaktree), che la Juve sarà costretta a invocare alla concessionaria di famiglia e che in Europa sta spingendo i top club a ottenere prestiti a tassi altissimi dagli istituti finanziari.