La Juventus di Andrea Pirlo, il Napoli di Rino Gattuso. E, forse, l’Inter senza Antonio Conte ma con Massimiliano Allegri, poi la Roma di Dan Friedkin, il Milan per ora senza Ibra. Il 2 agosto si è chiuso il campionato targato Covid-19, la finale di Champions League tra Bayern Monaco e Psg è ancora negli occhi degli appassionati (che avranno notato la differenza di ritmo e gioco con il calcio italiano) ma le big di Serie A sono già ripartite. Riecco allenamenti, ritiri, tamponi e sierologici, schemi e mercato, con il permesso della pandemia, che ha già costretto alla quarantena un nutrito gruppo di atleti che, una volta usciti dalla bolla di controlli ripetuti per il finale di campionato, si è arenato in Sardegna, tra balli, feste, poche mascherine e il Covid come convitato di pietra. Positivi oltre una ventina e altri ne salteranno fuori. Un indizio, una colpa (degli atleti, poco attenti), forse l’indicazione ai dirigenti del pallone che sarebbe meglio mettere in piedi subito una formula più light, magari con i playoff, perché se il Covid-19 non va in vacanza in autunno e inverno è alto il rischio di doversi fermare, a tempo indeterminato.

DUNQUE, niente vacanze, solo un po’ di pausa. Il virus ha riscritto le leggi del calcio italiano, quindi, dopo due settimane, l’addio a Maurizio Sarri e l’annuncio di una rivoluzione che dovrebbe portare ai saluti Higuain, Khedira, Douglas Costa, forse Dybala, ecco la Signora di Pirlo, scelto da Andrea Agnelli, la grande scommesse del nuovo corso bianconero. Cori e striscioni per il Maestro a Torino, l’entusiasmo che mette in panchina la depressione per la fine anticipata del sogno Champions con il Lione. Mentre si resta in attesa di Cristiano Ronaldo, della rinnovata voglia di provare a vincere la Champions con i bianconeri. Perché, va ricordato, questa estate del pallone è talmente anomala da mettere in discussione contemporaneamente e in pochi attimi il futuro di Ronaldo e Messi, 11 Palloni d’Oro, il vocabolario del calcio mondiale dell’ultimo decennio e più. E mentre Pirlo parte, Gattuso con il Napoli già corre a Castel di Sangro, con gli azzurri al via della restaurazione ad appena 16 giorni dall’eliminazione in Champions con il Barcellona. Osimhen, la punta nigeriana costata oltre 60 milioni è l’asso di De Laurentiis, che aspetterà settembre prima di cedere Koulibaly, dopo aver salutato Callejon. E se l’Inter è sospesa tra la voglia dei saluti di Antonio Conte (ma ballano i 12 milioni di euro annui di ingaggio..) e Max Allegri, che preferisce Milano al Psg, c’è poi la Roma del magnate texano delle concessionarie di auto, Dan Friedkin, la nuova speranza giallorossa (anche per lo stadio), poi il Milan che deve allungare almeno sei milioni di euro per l’ultimo grido italiano di Ibrahimovic, la Lazio che parte come al solito con le marce basse, fino all’Atalanta, ancora in vacanza dopo le semifinali di Champions sfuggite per un amen con il Psg e che spera nel ritorno di Ilicic, in compagnia degli innamorati dell’arte del pallone.