Il motivo del doppio, dell’altro insito in ciascuno di noi, è alla base di La maledizione di Rasputin (Voland, pp. 304, € 17,00), romanzo di Sergio Kraisky,  sociologo romano, figlio di Giorgio Kraiski/Juri Kraiskij/Giorgio Crino, traduttore, slavista della prima ora, cui si deve la cura di importanti studi sulle poetiche del Novecento, sui formalisti nel cinema e, oltre a versioni da Majakovskij, Erenburg, Nekrasov, Sol’ženicyn, una delle prime traduzioni di Delitto e Castigo. A questo poliedrico personaggio, russo, italiano, ebreo, padre, da quel che qui si intuisce, non dei più facili, si ispira Sergio Kraisky nel tratteggiare il personaggio di Pavel Krotovskij, la cui vita avventurosa si snoda nel corso del Novecento, dalla Russia all’Europa al Brasile per trovare la sua conclusione in Italia. 

«Per mettere a tacere i fantasmi bisogna fare ordine fra i ricordi dei morti», questo è il fine che si propone Alessandro/Saša/Alex, il figlio di Pavel, riprendendo in mano gli appunti ingialliti del padre. Lontano nel tempo ma anche nello spazio, Alex, dall’Australia dove è scappato per sfuggire al vento di pazzia che aveva contagiato i suoi antenati, ripercorre il passato della sua famiglia per esorcizzarlo e tramandarlo ai posteri, alle sue figlie, australiane ma anche italiane/irlandesi/russe/ebree.

Le vicende narrate nel romanzo hanno inizio la notte del 16 dicembre 1916, con l’uccisione di Grigorij Rasputin e la nascita di Pavel Krotovskij. Questa coincidenza fa sì che la maledizione del monaco siberiano stenda la sua ombra sulla vita dell’eroe, figlio di una pianista ebrea e di un avvocato di nobile stirpe, ma anche su quella dell’eroina, Sigrid Schmidt, nata a Berlino da madre ebrea e padre tedesco, in un giorno, il 3/3/33, cabalisticamente assai evocativo.

Le vite di Pavel e Sigrid si snodano in parallelo e Kraisky le alterna abilmente nei capitoli del romanzo, intrecciandole alle pagine della grande storia. La rivoluzione di Ottobre prima, l’ascesa del nazismo e la Seconda guerra mondiale poi, segnano le vite di tutti i personaggi. Il nobile Oleg Krotovskij, che aveva accolto con entusiasmo la rivoluzione, viene presto arrestato e Pavel, insieme alla madre Anna, donna forte e volitiva, che Kraisky tratteggia con efficacia e ironia, sarà costretto a fuggire dalla Russia. I due esuli approdano in Italia, a Milano, dove li aspettano dei lontani parenti e dove sbarcheranno il lunario grazie alle lezioni di canto impartite dalla madre.

Nel frattempo, in un parco di Berlino, nello stesso giorno in cui suo marito Ralf viene licenziato dall’Istituto di ricerca in cui lavora, perché rifiuta di divorziare dalla moglie ebrea, Sara, mentre passeggia con la figlia Sigrid in carrozzina, viene violentata dalle SA. L’offesa per l’oltraggio subito, provoca nella donna un tracollo psicologico, un dolore indicibile che la giovane cercherà di superare con l’aiuto del marito, abbandonando la Germania per la Romania. Anche qui però la situazione della coppia diventerà presto molto difficile e si aggraverà con l’arrivo dei russi. L’arresto di Ralf, che in cella si provoca ustioni alle gambe per evitare la deportazione in Siberia, l’intervento di Sara presso il commissario sovietico per la sua liberazione, costringeranno la famiglia Schmidt a lasciare l’Europa e a trasferirsi in Afghanistan. Un viaggio lungo e faticoso, in treno, a causa del terrore di Sara per il volo, li porterà in un paese aspro e affascinante che rimarrà per sempre nel cuore della piccola Sigrid. Anche qui non rimarranno però a lungo: l’antisemitismo in ascesa li costringerà a scappare nuovamente e ad approdare in Brasile, dove i fili della «piccola storia» si annoderanno e avverrà l’incontro fra Sigrid e Pavel.

La Seconda guerra mondiale fa da spartiacque alle vicende private dei protagonisti, che Kraisky racconta con bonario e divertito distacco. Il provvidenziale aiuto di un sacerdote russo, autore di un documento falso che attesta l’appartenenza dei due Krotovskij alla nobiltà russa, consente a madre e figlio di passare indenni attraverso il fascismo, ma Pavel, che nel frattempo è diventato comunista, persegue l’obiettivo segreto di andare in URSS a ritrovare il padre, perciò si arruola nell’esercito, proponendosi come interprete dal russo. Arriverà però solo fino a Leopoli, da dove, ferito a un piede, verrà rimandato a casa. Dopo la guerra e un nuovo trasferimento, da Milano a Roma, Pavel attraverserà una serie di peripezie esistenziali, fra amanti, matrimonio e nascita di un figlio, che culmineranno in una nuova fuga, questa volta in Brasile, dove incontrerà Sigrid.

La maledizione di Rasputin continua però a perseguitare i nostri eroi che, pur riuscendo a trovare insieme una certa serenità, non si sentiranno mai totalmente pacificati. Torneranno in Italia, ma non rimarranno insieme a lungo: lei incontrerà una morte violenta in Afghanistan, lui, pur riuscendo ad organizzare la seconda parte della sua vita in modo accettabile, morirà solo e demente.

Toccherà a Saša, il figlio abbandonato, che è emigrato in Australia in cerca di fortuna, il compito di mettere ordine fra le carte di Pavel, per dare un senso alla storia sua e di Sigrid, per pacificarsi con il padre e liberarsi dai fantasmi di un passato doloroso.