Il 29 giugno di 406 anni fa il teatro di Shakespeare The Globe fu distrutto da un incendio provocato da un colpo di cannone sparato durante una rappresentazione dell’Enrico VIII dello stesso Shakespeare. Per fortuna l’unico ferito fu un uomo i cui pantaloni avevano preso fuoco che fu spento velocemente da un boccale di birra versato in tempo. L’estate rivestiva un’importanza abbastanza ovvia per il teatro. Era alta stagione. Il soffitto del teatro era aperto al cielo: durante l’inverno faceva troppo freddo e la pioggia era più fitta in autunno e in primavera. Ma durante l’estate c’era un’altra possibile causa di interruzione – la peste.
Il cinema ha un’altra malattia che arriva ogni anno: la sequelitis. Possiamo diagnosticarla osservando l’incremento di film non originali. Poi arriva la fatica; una sensazione di stanchezza seguita dalla perdita della voglia di vivere da parte del pubblico. Quando la malattia è in fase acuta anche il botteghino comincia a soffrire. Ultimamente la critica ha cominciato a scrivere articoli come questo per proclamare la morte del cinema come forma vitale di espressione culturale. Ne scrivo almeno uno all’anno. Quest’anno ne ho già scritti tre.
Abbiamo avuto – fino ad ora – Men in Black International, X-Men Dark Phoenix, Hellboy, Godzilla 2, Lego Movie 2, Dumbo e Pets 2: Vita da animali. Hanno tutti incassato molto al di sotto delle aspettative. Come per tanti problemi, anche per questo ci sono molti motivi. Mi piacerebbe poter dire che il pubblico ha finalmente deciso di dire ‘basta!’ alla mancanza di originalità sul grande schermo ma le prove non supportano questa ipotesi. Us di Jordan Peele è l’unico film originale ad aver «disturbato» i top film. Avengers Endgame, John Wick 3 e Toy Story 4 hanno tutti guadagnato e ci sono un nuovo Spider-man e Guerre stellari in arrivo per i quali si prevede un grande successo.
Allora di che cosa si tratta? 1) I film erano terribili. Se tutti dicono che un film fa schifo, nessuno lo va a vedere. 2) Troppo tardi. Non vogliamo un altro Men in Black adesso, e ci dev’essere un altro Hellboy se vogliamo coinvolgere Guillermo del Toro e Ron Perlman.
3) L’effetto Netflix. Se ho Netflix, Sky, Chili ed Amazon a casa ho un sacco di film da vedere. Anche Shakespeare lo capiva. Enrico VIII era un ritorno al successo della sua gioventù – le storie dei monarchi d’Inghilterra, ma non era un granché e forse questo gli fece capire che il fuoco era un segnale. Si ritirò infatti dal palcoscenico e due anni dopo morì. E il suo teatro venne ricostruito, chiuso, riaperto, distrutto e ricostruito di nuovo. Il cinema fa parte di questo flusso e cambiamento.