La bomba atomica è come un pitbull. Chiarisco meglio, e sottolineo che neppure ce l’ho con i pitbull. Ma, avete presente quei ragazzini giovani e un po’ ribelli? Un po’ punkettini che si fanno forti di alcuni strumenti che li aiutino a sembrare tosti e cattivi? Dopo diversi tentativi di non sembrare ancora con i denti da latte alla fine si prendono un pitbull. E in effetti fanno paura, io per esempio attraverso la strada, ho il terrore dei pitbull. Ma succede anche ai più grandicelli, per l’80%uomini, lì però noi ragazze siamo solite fare altre battute in merito alla potenza dei loro cani e alla poca potenza del…beh, ci siamo capiti. La bomba atomica è così. Una squallida dimostrazione di forza. Terrificante. Siamo di nuovo in pericolo. E sappiamo il perché. Lo siamo sempre stati solo che ci eravamo tranquillizzati. Il mondo è in mano a due nerds che si sfottono a vicenda sul bottone più grosso. Il Papa in persona teme una nuova guerra nucleare per non parlare dei rischi quotidiani all’interno delle basi che ospitano gli ordigni. Non è casuale che il Nobel per la pace 2017 sia stato consegnato a Ican, International Campaign to abolish Nuclear Weapons, una coalizione di organizzazioni non governative di 101 paesi e di cui Senzatomica è uno dei principali partner italiani. Senzatomica è una campagna indetta dall’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai ed è anche una mostra che, dopo aver girato negli ultimi anni l’Italia intera, giunge all’ultima edizione a Torino, dove ha inaugurato il 17 gennaio presso il Mastio della Cittadella. Il Disarmo è il nucleo del percorso di Senzatomica che s’ispira alle parole del filosofo e leader della SGI Daisaku Ikeda. Ma è il disarmo interiore da cui parte tutto, compresa la visione politica del mondo. Diceva Josei Toda nel ’57 «voglio sradicare gli artigli del male che albergano in questi ordigni di distruzione. Noi, cittadini del mondo, tutti, abbiamo l’inviolabile diritto di vivere». Gli artigli del male sono gli stessi all’interno delle armi come dell’uomo. Secondo la visione buddista il primo vero nemico è rappresentato dall’atteggiamento interiore che considera praticabile, come opzione per la soluzione di un conflitto, la distruzione totale dell’altro. Tra stati come tra vicini di casa come con la suocera o il collega. Con noi stessi. Questa intolleranza perenne verso i nostri limiti, alias risorse, verso le nostre paure, verso molto di ciò che ci riguarda. La guerra è la soluzione più facile. Diciamolo però, anche la meno interessante. Impegniamoci.