C’è un luogo colmo di problematiche ambientali e anche di straordinarie opportunità che l’uomo – e la politica – tendono a non vedere. E quando lo fanno, è in chiave vacanziera per pochi giorni l’anno.

Se è vero che per arrivare fino a qui gli uomini, o meglio i loro predecessori ancestrali, sono scesi dagli alberi, è altrettanto vero che la vita sulle terre ferme è salita dal mare. E dal mare dipende: per via dei prodotti ittici, farmaceutici e minerali, per l’ossigeno che respiriamo, per i trasporti, l’energia, e tanto altro ancora. Ma nelle proposte sui tavoli istituzionali per riavviare l’economia, anche in chiave di sostenibilità, il mare è il grande dimenticato. Sebbene in Italia ci siano ben 8.000 km di costa. Eppure se lo si guarda nella sua interezza il mare è il luogo dove il capitale umano può unirsi con il capitale naturale e creare una quantità di posti di lavoro altamente qualificati. Anche il mare ha però bisogno di passare dalla logica del prodotto interno lordo alla quella del beneficio interno lordo, che consideri la natura come una risorsa e non come occasione di sfruttamento. Se investiamo un euro nei servizi ecosistemici ne riceviamo 5 in benefici e in risparmi nella gestione delle emergenze.

Pensiamo solo alla lunga filiera lavorativa che creerebbe la semplice conversione della pesca invasiva. Pensiamo alla sostituzione, nei numerosi impianti di molluschicoltura presenti lungo le coste delle calze in plastica di cui si servono con materiale naturale come il cotone o la canapa. Solo questo semplice cambiamento implicherebbe l’apertura di una linea produttiva nuova, fondata su produzioni di materiale tessile. E, non ultimo, il risparmio che otterremmo sui costi dell’inquinamento dovuti alle calze di nylon abbandonate. Necessario sarebbe anche dare la gestione diretta ai pescatori di tutti i mestieri che ruotano intorno alle attività di pesca sostenibile e, con il coordinamento degli Enti di ricerca locali, la gestione di aree omogenee, come i golfi, per la creazione di aree di nursery protette dove rimettere in mare gli esemplari sotto taglia pescati quali aragoste, magnose e tante altre ancora.

Non tralasciamo inoltre di considerare le infinite opportunità lavorative altamente qualificate per il ripristino, recupero, restauro e bonifica degli ambienti marini, dal litorale alle profondità. Dal dissesto delle coste, al restauro delle foreste marine quali quelle di Posidonia e di Cystoseira, alle bonifiche dei Siti di Interesse Nazionale (SIN).