«Noi scioperiamo, voi non acquistate». È stato uno degli slogan del «No Delivery Day», lo sciopero organizzato ieri dalla rete «Riders per i diritti» in 24 città. I ciclofattorini hanno chiesto la solidarietà ai clienti, almeno per un giorno. Le piattaforme sostengono di non avere avuto cali nel loro «business». Ma il movimento è in crescita ed è capace di creare una nuova mitopoiesi diversa da quella per cui i riders sarebbero studenti alla ricerca di occasioni per pagarsi gli studi. In Italia i riders hanno imposto tutt’altra immagine: quella di lavoratori che si autorganizzano, fanno rete con i sindacati, costruiscono ponti e fanno convergere la loro lotta con quella dei lavoratori dello spettacolo e dei facchini della logistica che ieri hanno manifestato e scioperato insieme. Nello stesso giorno hanno scioperato gli autisti del Trasporto Pubblico Locale mentre «Priorità alla scuola» ha protestato contro la Dad in 70 città.

L’ASPETTO POLITICO della mobilitazione è accompagnato da un solido nucleo rivendicativo: da Napoli a Milano, da Roma a Bari la rete chiede il superamento del «contratto pirata» firmato tra le piattaforme digitali di Assodelivery e Ugl e rivendica un vero contratto di lavoro subordinato, quello della logistica ad esempio, con il riconoscimento di tutele e diritti. Questo orientamento pone un aut aut al governo: deve applicare la legge esistente, in realtà ambigua, e dunque imporre alle aziende il riconoscimento del vincolo di subordinazione, superando il falso lavoro autonomo e il cottimo in questo lavoro. Diverse sentenze della magistratura, oltre che la richiesta della procura di Milano di assumere 60 mila riders e la multa da 733 milioni di euro, sono la dimostrazione che il clima è cambiato.

E LUNEDÌ PROSSIMO potrebbe arrivare la svolta: la chiusura della negoziazione di un contratto con Just Eat, azienda che è uscita da Assodelivery lasciando Uber Eats, Glovo e Deliveroo. Un’altra spallata che potrebbe riconoscere ai rider quello che chiedono: tra i 9 e i 10 euro di paga oraria lorda, tredicesima e quattordicesima, Tfr, ferie e malattia, congedo parentale e permessi, la possibilità di avere più facilmente accesso al rinnovo del permesso di soggiorno e al ricongiungimento familiare. «Ora aspettiamo al varco Assodelivery – afferma Angelo Avelli (Deliverance Milano/RiderXidiritti) – Se non cambia nulla la nostra decisione sarà quella di manifestare tendenzialmente una volta al mese. Il motto dei riders “Non per noi ma per tutti” si è realizzato oggi. In coincidenza con l’anniversario della proclamazione della Comune di Parigi è stata una giornata molto importante per il movimento». A Milano c’è stato un corteo di 150 persone e il picchettaggio di alcuni ristoranti.

«IN PROSPETTIVA stiamo pensando al primo maggio – afferma Tommaso Falchi (Bologna Riders Union/RiderXidiritti) – Questa è stata la prima giornata di convergenza delle lotte con i facchini di Adl Cobas e Si Cobas e i lavoratori dello spettacolo. Ma a Bologna ieri c’erano molti solidali: gli operatori sociali, esperienze del mutualismo come le brigate mutuo soccorso, le staffette solidali e il laboratorio salute popolare nati negli spazi di organizzazione sociale come Tpo e Làbas. Hanno aderito altre realtà come Arci e Fiom. La nuova politica deve guardare a queste lotte dal basso. È necessario mettersi insieme: giovani, donne, precari riders chiamati a lavorare senza tutele, i senza lavoro, la scuola».

«ABBIAMO RISCONTRATO un’altissima adesione a Firenze – ha detto Yiftalem Parigi, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza dei riders fiorentini di Just Eat – Non si vedevano riders in giro: sono tutti a manifestare, nessuno fa consegne. Mi dicono che l’adesione c’è stata anche da parte dei clienti, che non hanno fatto ordini». A Firenze la spinta dei riders e dei sindacati Cgil, Cisl e Uil sta producendo una dinamica analoga già vista in altre regioni. Ieri il presidente del Consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo ha annunciato una legge di tutela di questi lavoratori.

IL SOSTEGNO a una giornata senza click e contro lo sfruttamento dei riders è arrivato ieri da un mondo largo, tra gli altri anche dalle Acli a Rifondazione Comunista, Leu e Sinistra Italiana. In pressing su Assodelivery anche i sindacati: «Le piattaforme aprano subito il confronto per garantire le condizioni normative e salariali del contratto nazionale di lavoro e per garantire la sicurezza sul lavoro» ha detto la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti. «È importante vincere questa battaglia di giustizia e di civiltà», ha detto il segretario generale Uil, Pierpaolo Bombardieri.

PROSEGUE OGGI, nella giornata mondiale del teatro e della falsa ripartenza promessa dal ministro della cultura Dario Franceschini, la mobilitazione degli intermittenti dello spettacolo criticano la politica dei bonus «escludenti» e chiedono un tavolo per la riforma strutturale del settore. Previste azioni e presidi da Rimini a Palermo e Venezia. Ieri l’occupazione del teatro Mercadante a Napoli ha ottenuto un presidio fino a quando il ministero del lavoro farà partire il tavolo. Il direttore artistico Roberto Andò ha fatto sapere di essere solidale con la protesta.