Tre rapper per un album che va nella direzione di una scenografia filmica impietosa e diretta. I toscani Emanuele Bonetti, Matteo Della Tommasina, Lorenzo Masini insieme al beatmaker Matteo Nicastro e al dj Dimitri Ahmetovic sono i Cronofillers e dopo Cono d’ombra (2013) escono con Chernobyl. Dischi che scratchano sopra i campionamenti saccheggiati a piene mani da vecchie pellicole o della musica italiana anni ’70 (la title track campiona un misconosciuto gioiello di Mina, Qualcosa in più…), questa è solo una parte della formula con cui i Cronofillers hanno deciso di raccontare l’Italia che cambia, quella della paura, dei braccianti, le banche, Lampedusa, gli steroidi nelle carni, il prozac e ovviamente la fine del pianeta (da qui il titolo). Flow incalzante sulle umane rovine. L’album è intervallato da quattro preghiere rap che danno il fianco a un abisso in cui si cerca disperatamente una bussola. Hip hop di scuola americana costruito su un ricco (quanto cupo) impianto strumentale ma di contenuti coerenti e impegnati.