Si gioca. Non c’è ancora la data, in un calendario compresso tra Serie A, coppe e nazionale sino a primavera, con la prima ipotesi fissata al 13 gennaio (e spostamento degli impegni in Coppa Italia), ovvero a una settimana dalla finale di Supercoppa italiana che vede contro le due squadre. Ma Juventus-Napoli si gioca, è stata cancellata dal Collegio di garanzia del Coni la sconfitta a tavolino dei campani (e anche il punto di penalizzazione) decisa nel primi due gradi di giudizio dagli organi federali per la mancata presenza della squadra azzurra a Torino a settembre per i due atleti azzurri risultati positivi al Covid-19. Erano state l’Asl Napoli 1 e l’Asl Napoli 2 Nord a fermare i partenopei per il rischio di creare una lunga scia di contagi, una motivazione non sufficiente secondo gli organi della Figc per il rinvio della partita, chiesto dal Napoli, negato dalla Juventus. Un verdetto ribaltato – e che farà giurisprudenza – e la classifica di Serie A riscritta: Napoli terzo a 24 punti, assieme a Juventus e Roma, con una partita in meno per gli azzurri e i torinesi. La decisione al Coni era parsa nell’aria. La Juventus e la Federcalcio non si sono costituite parti civili, in particolare la Figc non ha difeso le sue due prime sentenze.

RESTAVA solo la procura generale dello sport e uno dei procuratori, l’avvocato Flamminii Minuto, prima della decisione aveva espresso dubbi sulle valutazioni della Corte d’Appello, secondo cui il Napoli avesse in pratica colto la palla al balzo dopo l’intervento dell’Asl che impediva di prendere l’aereo per il Piemonte, annullando la trasferta a Torino a causa di un paio di assenze pesanti, Insigne e Zielinski, per non giocare contro i bianconeri. Anche il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, intervenuto dinanzi al Collegio di garanzia del Coni, si era detto ottimista, spiegando che gli azzurri avevano tutte le intenzioni di sfidare la Juventus specie in un momento del torneo in cui la squadra allenata da Andrea Pirlo pareva in difficoltà a trovare amalgama e distanze giuste in campo. Il patron del Napoli era pronto a portare la vicenda sulle scrivanie della giustizia ordinaria, sino al Tar. Non è stato necessario, resta, anche alla luce dell’incredibile caso di Casertana-Viterbese in Serie C con i campani costretti a giocare in nove, con due atleti positivi, perché il protocollo sanitario dispone che con 13 giocatori si può giocare.