Due senatori del Movimento 5 Stelle sono positivi al Coronavirus. Uno, Francesco Mollame, accusa i sintomi e non frequenta il Palazzo dal 10 settembre. L’altro, Marco Croatti, ha partecipato all’assemblea dei parlamentari grillini giovedì scorso. E così il senato si ferma. Sconvocate le commissioni, compresa la bilancio che sta esaminando il decreto agosto: il presidente, Pesco, è un 5 Stelle che come tutti i senatori del gruppo deve sottoporsi a tampone. Qualche difficoltà nel ristabilire la catena dei contatti. Anche perché almeno uno dei due senatori, Mollame, non ha scaricato la app Immuni che pure governo e maggioranza raccomandano. «Difficoltà tecniche, penso dipenda dal telefono», spiega lui.

Intanto dopo qualche ora un po’ concitata, la presidente del senato Elisabetta Casellati decide di chiudere tutto il palazzo per la sanificazione. E mentre corre voce che i senatori positivi – si è appena concluso un ciclo di monitoraggio volontario con i test sierologici – sarebbero di più, almeno cinque, cresce il timore che i lavori possano essere bloccati a lungo. In serata la presidente interviene per smentire gli allarmi. «Il senato è aperto e non ho nessuna intenzione di chiudere, non l’ho fatto neanche nel periodo più acuto della pandemia e sarebbe assurdo farlo adesso», dice Casellati. Che spiega di aver sconvocato le commissioni «esclusivamente per effettuare gli accertamenti imposti dai protocolli sicurezza». Ma ha già convocato per questa mattina la conferenza dei capigruppo: «Si dovrebbe recuperare la normalità».

Tutto dipende però dal numero dei tamponi positivi. Osservato speciale ovviamente il gruppo 5 Stelle, dopo l’assemblea del 24 settembre. Il decreto agosto è atteso in aula lunedì 5 è a tempi strettissimi, deve ancora passare alla camera ed entro il 13 deve essere convertito o scade. Il Covid limiterà ulteriormente la possibilità dei parlamentari di esaminarlo e tentare di modificarlo. «Speriamo che il senato non si blocchi – dice il deputato Pd Stefano Ceccanti – ma sarebbe il caso di riprendere il dibattito sul lavoro a distanza del parlamento».