«Credo in ciò che ho fatto ma ora comprendo la magnitudine dei problemi con cui dovrò confrontarmi e, naturalmente, sono estremamente preoccupata per la mia sicurezza». Lo ha detto a Reuters tv Marina Ovsyannikova, la giornalista che martedì ha interrotto il tg di stato russo di Channel 1 con la sua protesta contro la guerra, aggiungendo che spera di non dover affrontare accuse penali per il suo gesto, ma che non intende lasciare la Russia.

«I media e la propaganda – ha aggiunto – hanno divisi russi e ucraini, e ci hanno messi sui fronti opposti della barricata».

La sua protesta ha gettato anche una luce sul dissenso di altri giornalisti russi, che dall’inizio della guerra hanno rassegnato le dimissioni o lasciato il Paese. La Bbc cita un lungo elenco di nomi, dalla collega Ovsyannikova a Channel 1, Zhanna Agalakova alla ex caporedattrice di Rt Maria Baronova.

E a lasciare la Russia è anche la prima ballerina del Bolshoi Olga Smirnova: il balletto nazionale dei Paesi Bassi ha annunciato ieri di averla accolta nelle sue fila.

Intanto l’attacco russo all’Ucraina continua anche per via “digitale”: ieri il vicepresidente del Servizio Statale per le Comunicazioni Speciali dell’Ucraina, Victor Zhora, ha detto che dall’inizio del conflitto il Paese ha subito oltre 3.000 cyber attacchi, perlopiù mirati a danneggiare le telecomunicazioni e la rete internet. E ieri il canale di news Ukraine 24 ha denunciato a sua volta di essere stato vittima di hacker russi: durante la diretta sono apparse le parole di un finto discorso di Zelensky che annunciava la resa.
BSI, l’autorità per la cyber security tedesca, ha messo invece in guardia da uno dei più popolari antivirus al mondo, Kaspersky: «Un prodotto informatico russo può condurre proprie operazioni offensive, venire obbligato contro il proprio volere a prendere di mira dei sistemi, o venire spiato (…) e utilizzato come strumento contro i propri clienti».