Un Green New Deal per creare 1,5 milioni di posti di lavoro nei prossimi 3 anni, ristrutturando il territorio italiano: lo chiede Sel al nuovo governo, attraverso una proposta di legge concepita dal sociologo Luciano Gallino. L’ambizioso progetto verrebbe a costare 17 miliardi di euro, le cui coperture – hanno spiegato ieri Giorgio Airaudo e Gennaro Migliore – si possono trovare attingendo sia ai fondi statali, che a quelli europei e degli enti locali.

La proposta cade proprio nei giorni in cui Matteo Renzi, appena insediato alla guida dell’esecutivo, avanza le sue proposte per il lavoro: e in effetti i punti di contatto sono diversi. Anche Sel, come il premier, pensa di utilizzare la Cassa depositi e prestiti – attraverso un fondo speciale e obbligazioni ad hoc – i fondi strutturali europei (quelli che da decenni l’Italia in parte spreca o non arriva a usare) ma anche le risorse degli enti locali, oggi bloccate dal Patto di stabilità interno, che secondo il partito guidato da Nichi Vendola si dovrebbe allentare.

«Non solo il Patto interno, ma anche quello europeo dovrebbe essere modificato – spiega Migliore – Dobbiamo aprire un dialogo con l’Europa perché questo tipo di investimenti, che creano insieme lavoro ma anche valorizzazione del territorio, siano scorporati dal deficit».

«La Cassa depositi e prestiti non dovrebbe più essere utilizzata per operazioni ambigue, come quella della vendita di parte di Finmeccanica – aggiunge Airaudo – Noi proponiamo di creare un Fondo per lo sviluppo sostenibile e l’occupazione, finanziato anche dai fondi europei, e un’Agenzia snella per il coordinamento del progetto, che però poi va demandato agli enti locali».

Il piano si focalizzerebbe soprattutto sulla messa in sicurezza del territorio dal punto di vista idrogeologico – per prevenire ed evitare disastri come quello recente della Sardegna – ma Sel vuole interloquire anche con il «progetto scuola» di Renzi: «Il nuovo premier ha detto che vorrebbe destinare 5 miliardi di euro all’edilizia scolastica – dice Airaudo – Va bene, ma allora noi lo sfidiamo: un miliardo di quei cinque lo dedichi alla nostra proposta, se rimettiamo in sesto il territorio ci guadagnano tutti».

Per Gallino, «i governi del passato, e anche l’ultimo appena formato, hanno tutti il difetto di proporre idee per il lavoro che se va bene si realizzano in diversi anni. Invece bisogna incidere subito, creare occupazione nell’immediato: e questo lo si può fare solo coinvolgendo gli enti locali in un grande piano nazionale per il territorio, realizzato con la collaborazione delle piccole imprese, le cooperative, il privato-sociale».

I fondi, spiegano ancora i parlamentari di Sel, dovranno essere erogati con gare di appalto trasparente, con la clausola per le imprese che le vincano di assumere: «Dovrà aumentare l’occupazione netta nel territorio, e non dovranno esserci “trucchetti” – dice Airaudo – Non si dovrà permettere ad esempio che si assumano 25enni licenziando i 40 enni, come spesso accade. Si dovrà stabilire che le imprese che vincono e accedono alle commesse pubbliche non debbano aver licenziato nei 24 mesi precedenti la gara, né dovranno licenziare nei 24 successivi».

«La proposta di legge verrà depositata in Commissione Lavoro della Camera e andrà in discussione nel prossimo trimestre – spiegano i parlamentari Sel – interloquendo con il Jobs Act».