I simboli di Sinistra ecologia e libertà questa volta non ci sono. Sono stati sostituiti dalle bandiere arcobaleno, per dire che l’escalation militare a Gaza si deve fermare e «la nostra discussione non ha senso se non rialziamo le bandiere della pace, se non interroghiamo un’Europa silente come se fosse fisiologico considerare normale i bombardamenti», e «per quanto prolifico di dichiarazioni sia Renzi, è difficile trovarne una sola sulla guerra in Medio Oriente», premette Nichi Vendola aprendo i lavori dell’assemblea nazionale di Sel al centro congressi Frentani di Roma.

E’ il primo di una serie di importanti appuntamenti che, da qui a tutta la prossima settimana, impegnerà il partito profondamente scosso dalle «fuoriuscite», una crisi che il leader attribuisce all’incapacità di resistere alle sirene del premier-calamita, perché «il renzismo, Renzi e il suo fascino, è questo che ha causato la frattura vera, il resto sono chiacchiere». E anzi, la rottura sarebbe stata anche ingigantita attraverso una «sapiente» gestione mediatica, con gli addii scanditi con il contagocce, per fa apparire la frattura una frana.

Ma la crisi è evidente, se è vero che i prossimi giorni potrebbero riservare anche colpi di scena. Questa mattina Vendola parteciperà al Politicamp organizzato a Livorno dall’area Pd di Pippo Civati, con la quale si intensificherà l’asse anche con la proposta di istituire reti e coordinamenti, e «in parlamento ce n’è bisogno», sottolinea il presidente di Sel ipotizzando non solo un intergruppo, ma anche la sperimentazione di un settimanale online. Giovedì 17, poi, l’incontro con il leader di Syriza Alexis Tsipras, che sarà a cena alla festa di Sel a Roma. E ancora, sabato 19 sempre a Roma, l’assemblea nazionale dell’Altra Europa, sempre con il leader greco.

E se Vendola esclude il congresso straordinario e «precipitazioni organizzative», dando appuntamento alla conferenza programmatica dell’autunno, la «nostra Leopolda», la chiama, «occasione di rilancio del profilo del nostro partito», lo stesso leader di Sel già nel corso di questa settimana potrebbe prendere una decisione importante che lo riguarda. Quella non solo di non ricandidarsi alle prossime regionali pugliesi, attualmente previste per la primavera 2015; ma di dimettersi in anticipo da governatore, per dedicarsi a tempo pieno al partito. E’ Massimiliano Smeriglio, nel corso dell’assemblea al Frentani, a spiegare che ci sarà un candidato di Sel per la corsa alla guida della Puglia. Dietro di lui si sente un «ma dobbiamo vedere chi…» e Smeriglio al microfono riprende dicendo infatti «la notizia è che avremo un candidato alle elezioni in Puglia e un segretario a tempo pieno» (cioè Vendola, quindi non candidato alla regione). Solo un auspicio, quello di Smeriglio rispetto a un Vendola leader full time, si spiega poi nel partito. Certo, la scelta la farà il presidente. Che però potrebbe appunto decidere, nei prossimi giorni, di lasciare la Puglia e non per trasferirsi in Canada (eventualità di nuovo smentita se non altro per questioni climatiche).

Alle primarie del centrosinistra per Sel dovrebbe correre Dario Stèfano, il presidente della giunta per le elezioni, le autorizzazioni e le immunità del Senato e relatore sulla decadenza di Berlusconi; capogruppo della Margherita durante la prima giunta Vendola e assessore nella seconda, dopo essere passato nel 2009 a Sel. Dunque dovrebbe sfidare nei gazebo l’ex sindaco di Bari Michele Emiliano, Pd.

Rispetto al partito, Vendola (che si imputa l’errore di aver ceduto alle «parlamentarie» di Bersani, «competizione individualistica» che avrebbe provocato la «perdita dell’innocenza») sarebbe così in procinto di fare non un passo indietro, ma un netto passo avanti. Per caratterizzare Sel con una più forte opposizione a Renzi, senza stare «in ginocchio davanti al nuovo sovrano», come «ci chiedono ogni giorno» in alternativa all’«essere sinistra di opposizione e tornare in qualche modo nelle caverne».

Intanto Sel si concentra nella partita delle regionali con il lancio della candidatura di Gianni Speranza in Calabria (ma a più di tre mesi dalla decadenza di Scopelliti, sulla data delle elezioni è buio fitto perché in consiglio si fa melina) e pensando, come sollecita Nicola Fratoianni, anche a una proposta per l’Emilia Romagna, dove dopo la «lezione di stile» (sempre Vendola) di Errani, il Pd ha ieri deciso per le primarie di coalizione.

L’assemblea di Sel elegge infine all’unanimità Franco Bonato nuovo tesoriere. E, conclude Vendola, «la notizia è che siamo in campo».