Prima partita, prima sconfitta. L’Italia esce battuta dal Murrayfield di Edimburgo con il punteggio di 33-20, cinque mete incassate contro le tre messe a segno negli ultimi dieci minuti, con la Scozia in quattordici per un cartellino giallo. La sfida, il sui esito non è mai stato in discussione, ha messo a nudo tutti i limiti tecnici del rugby italiano. Per un’ora di gioco l’Italia è stata dominata in tutte le fasi di gioco, subendo la pressione e la qualità tecnica dei suoi avversari. Le statistiche sono impietose: nel primo tempo gli azzurri hanno messo piede nei 22 metri avversari appena un paio di volte (2 per cento del gioco complessivo); e altrettanto nella prima mezz’ora del secondo tempo.

Non inganni il punteggio: le tre mete azzurre sono giunte con la maggioranza numerica e con gli scozzesi ormai paghi. La rinuncia di Tito Tebaldi (indisponibile all’ultimo momento) ha inoltre costretto Conor O’Shea a una panchina priva di alternative per il ruolo di mediano di mischia, con Palazzani costretto a giocare per tutti e ottanta i minuti del match.

La Scozia voleva condurre le danze: lo ha fatto con agio. Voleva muovere palla e dare campo alla sua cavalleria leggera, senza spremersi oltremodo nel confronto fisico: fatto. Il suo piano di battaglia intendeva privilegiare il gioco al piede e i calci tattici di Finn Russell e Stuart Hogg: fatto anche questo. A nessuna di queste opzioni l’Italia è stata capace di offrire contromisure efficaci. Un match passato a difendere, soffrendo le manovre al largo degli scozzesi, e con infinite difficoltà nell’organizzare manovre d’attacco che non andavano mai oltre la seconda o terza fase, dopo di che o la palla veniva restituita agli avversari.

Per gli scozzesi è stato fin troppo facile prendere il largo con due mete di Blair Kinghorn (11’ e 21’) dopo un piazzato di Tommaso Allan (8’) che aveva concesso un illusorio vantaggio azzurro. Il 12 a 3 con cui si chiudeva il primo tempo ero tutto sommato un punteggio clemente. L’accelerazione dei padroni di casa nei primi venti minuti della ripresa sigillavano il match: andavano in meta Stuart Hogg (46’), ancora Kinghorn (53’) e infine Chris Harris (61’), tre segnature che mettevano in evidenza l’impotenza della difesa azzurra e davano agli scozzesi la certezza del punto di bonus.

L’espulsione temporanea di Berghan al 70’ – ripetuti falli scozzesi nella propria area dei 22 metri – esaltavano la reazione caratteriale dell’Italia ben oltre i suoi meriti. Segnavano Guglielmo Palazzani (71’), Edoardo Padovani (74’) e Angelo Esposito (78’), con la Scozia in chiara fase «remi in barca» .

Il big match della prima giornata, Irlanda-Inghilterra, la sfida tra le due grandi favorite per la vittoria finale, ha visto prevalere con merito il XV della Rosa, che ha messo in mostra un impianto di gioco che ha messo in difficoltà fin dal primo minuto. Il risultato finale è stato 32-20.

La partita di esordio, giocata ieri sera, ha premiato il Galles, uscito vincitore (24-19) da uno Stade de France flagellato dalla pioggia. I coqs hanno dominato tutto il primo tempo, segnando due mete (Picamoles e Huget) e chiudendo la frazione avanti per 16-0, un vantaggio che avrebbe potuto se le condizioni del campo non avessero complicato notevolmente il compito dei calciatori, Parra per i francesi, Anscombe per i gallesi. Il secondo tempo ha visto un Galles molto più volitivo e una Francia stanca, imprecisa e distratta. Prima una meta di Tomos Williams, poi due erroracci (Huget e Vahaamahina) regalavano a George North la possibilità di segnare due mete di rapina.

Classifica: Inghilterra, Scozia 5; Galles 4; Francia 1; Irlanda, Italia 0.