L’anno scorso aveva appena inaugurato quando la pandemia lo ha costretto a uno stop. Quest’anno il Seeyousound Music Film Festival si è attrezzato per ogni evenienza e, pur sognando il ritorno in sala, si svolge sulla piattaforma streaming playsys.tv dove si trovano già i primi titoli del programma (biglietto 3,99 euro; abbonamento 35 euro). Una volta terminato il festival, la piattaforma continuerà a proporre film on demand a tema musicale. Sulla stessa e sui canali della manifestazione saranno diffusi ogni giorno anche incontri e concerti dal vivo.

Il focus tematico di questa edizione di Seeyousound è #BlackLivesMatter, un viaggio ad ampio spettro nella musica “black”: dal Ghana di Contradict. Ideas for a new world di Peter Guyer e Thomas Burkhalter – dove una nuova generazione di musicisti affronta il contesto post-coloniale con strumenti innovativi, approcci ironici e nuove alleanze sensibili alle questioni di genere e ambientali – al Portogallo di Lisbon beat, dove Rita Maia e Vasco Viana documentano la multiforme scena «batida» popolata da produttori originari di Angola, São Tomé, Capo Verde e Guinea Bissau. Nel focus rientra pure Osannaples di Deborah Farina che documenta il contesto musicale napoletano che tenne a battesimo artisti meticci come Mario Musella e James Senese, ricostruendo la vicenda degli Osanna, gruppo progressive nato nel 1971. Con interviste, repertorio ed esibizioni della band tuttora attiva e rinnovata sotto la guida del cantante Lino Vairetti, il film rende conto di due fasi che contraddistinsero il percorso creativo di molti artisti italiani all’epoca tanto nella musica quanto nel teatro che poi era l’altro ambito a cui attingeva la ricerca degli Osanna, ispirati sia dai Jethro Tull sia dal Living Theatre. Si trattava, allora, di fare i conti con una tradizione musicale e teatrale napoletana molto ricca ma da cui i giovani desideravano emanciparsi per sprovincializzarsi e lasciarsi attrarre da fascinazioni e influenze angloamericane. Solo in un secondo momento la tradizione fu recuperata, riattraversata e reinterpretata dando vita a qualcosa di nuovo. Napoli divenne allora un luogo in cui dall’incontro tra musica, arte e cultura nasceva un tipo di world music capace di ampliare lo spettro delle contaminazioni già attive per includere l’Africa e il Brasile.

Nel focus black è presente anche la Gran Bretagna con due film: Ronnie’s di Oliver Murray è dedicato al saxofonista Ronnie Scott che negli anni 1954-55 lasciò la sua orchestra jazz per aprire con Pete King il locale che dà nome al film e che negli anni è divenuto la mecca britannica del jazz. Praticamente tutti i più grandi sono passati da quelle sale: Ben Webster, Dizzie Gillespie, Count Basie, Sarah Vaughan, Miles Davies, Nina Simone, Ella Fitzgerald, Chet Baker e persino Jimi Hendrix nel momento in cui il locale si ampliò riservando un palco anche ad altri generi musicali. Un elegante film di montaggio che su immagini di repertorio vario monta le voci di tanti testimoni tra cui Kyle Eastwood, Quincy Jones, Mel Brooks, Barbara Jay. Altrettanto polifonico anche se di fattura più tradizionale è Everything. The Real Thing story di Simon Sheridan che ripercorre la parabola dei «Beatles neri», così soprannominati perché originari di Liverpool, e interpreti di hit disco-rock anni 70 come You to Me Are Everything, Can’t Get By Without You e Can You Feel the Force. Ma il successo dei The Real Thing fu breve e afflitto da tragedie personali e pregiudizi razziali che si manifestarono non appena i quattro tentarono di intraprendere una ricerca di segno più politico con canzoni come Children of the ghetto.

Come dimostra il focus, Seeyousound è un festival che ambisce a raccontare suoni e società non sempre al centro dell’attenzione e ciò vale a tutte le latitudini. Tra i titoli più attesi c’è Crock of Gold. A Few Rounds with Shane MacGowan di Julian Temple sul frontman dei Pogues, co-prodotto niente meno che da Johnny Depp, amico e complice del cantante sin da quando suonò la chitarra per la sua That Woman’s Got Me Drinking. Tra animazione, immagini d’archivio inedite e interviste, Temple ripercorre i primi sessant’anni di un satiro punk dalla carriera piena d’incidenti, perennemente marcio di alcool e linfa creativa. Di tutt’altro segno è In a Silent Way che il belga Gwenaël Breës ha dedicato alla musica dei Talk Talk e al compianto Mark Hollis, morto a soli 64 anni nel 2019. Il film nasce da un ostacolo che diventa pretesto creativo: realizzare un film su una band senza poterne utilizzarne la musica. Infatti, quando Breës aveva proposto ad Hollis di collaborare al progetto, il cantautore aveva rifiutato vietandogli l’uso dei suoi brani. Hollis era infatti geloso della privacy riconquistata dopo gli anni in cui singoli come Such a shame e It’s my life avevano portato alla band successo ma anche conflitti con un’industria discografica renitente a ogni ricerca estetica. Attraverso le testimonianze di alcuni componenti del gruppo, ingegneri del suono, giornalisti e varia umanità di Canvey Island dove la band si formò (tra cui il mitico Wilko Johnson dei Dr. Feelgood), il film traccia il profilo di un’assenza ma nello stesso tempo fa emergere in controluce le atmosfere, i paesaggi e le logiche ispiratrici di dischi come The Colour of Spring o Spirit of Eden.

Un’ultima segnalazione: chi ha conosciuto António Variações sentendo la sua Canção do engate nei film di João Pedro Rodrigues (O Ornitólogo) o Pedro Cabeleira (Verão Danado), ritroverà il cantautore nel biopic Variações di João Maia. Il film narra quanto fu difficile per un parrucchiere gay e poco istruito, nato in una famiglia contadina a metà anni 40, affermarsi con il suo inedito sodalizio tra fado e pop. Di Variações, al secolo António Joaquim Rodrigues Ribeiro, il film evoca gli anni trascorsi ad Amsterdam e il ritorno a Lisbona al seguito di un giornalista che, avendo apprezzato le sue demo, gli fa da manager. Ma i discografici lo fraintendono e lo relegano a un ambito folk che gli sta stretto. Così António insiste, cerca musicisti con cui creare il sound che vuole fino a conquistare una certa fama e ad esibirsi al fianco di Amalia Rodrigues. Alla vicenda musicale si intreccia quella sentimentale quando António ritrova Fernando, un amore di giovinezza ormai sposato. Il film sublima il loro rapporto in un romance casto fino all’epilogo in cui il cantante soccombe all’AIDS nel 1984 a soli 40 anni. Info su www.seeyousound.org.